2002: Dalmine divenne Tenaris
L'operazione è stata un successo

Dieci anni fa il cambio del nome sulle facciate degli impianti aveva suscitato più di un dubbio. Dalle scritte «Dalmine» in giallo e blu si passò alla nuova dicitura «TenarisDalmine». Ora si può dire che quell'operazione ha avuto successo.

Dieci anni fa il cambio del nome sulle facciate degli impianti, ben visibili dall'autostrada, aveva suscitato più di un dubbio. Allora campeggiavano le gigantesche scritte «Dalmine» in giallo e blu, e il messaggio era chiaro per tutti, dato che quel nome (Stabilimenti Dalmine) era stato coniato nel lontano 1920.

Nel 2002, ecco, invece, comparire sulle facciate dello stabilimento la nuova dicitura «TenarisDalmine» affiancata dal logo caratterizzato da linee orizzontali verdi, blu e viola. Quel nome incomprensibile, affiancato alla parola Dalmine, aveva creato un po' di disorientamento. Ma, a distanza di dieci anni, si può dire che quell'operazione ha avuto successo e il termine Tenaris è ormai conosciuto da tutti.

Tenaris oggi rappresenta una realtà mondiale di cui Dalmine è parte insieme a Siderca (Argentina), Tamsa (Messico), NkkTubes (Giappone), AlgomaTubes (Canada), Tavsa (Venezuela), Confab (Brasile) e Siat (Argentina). E il titolo Tenaris è quotato nelle Borse americana, italiana, argentina e messicana.

Con 27 mila dipendenti nel mondo, tutta la Tenaris ha una capacità produttiva annua di 3,7 milioni di tonnellate di tubi senza saldatura e di 2,7 milioni di tonnellate di tubi saldati. Il fatturato 2011 è stato di 10 miliardi di euro. In Italia, La TenarisDalmine, primo produttore nazionale di tubi di acciaio senza saldatura per l'industria energetica, automobilistica e meccanica, ha una capacità produttiva annua di 950 mila tonnellate di prodotti finiti, 2.535 dipendenti, cinque stabilimenti in Italia e un fatturato di 1,17 miliardi di euro.

Tutto su Eco di Bergamo del 16 giugno

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