Ai bergamaschi piace il gelato
Molte realtà, settore in crescita

Ai bergamaschi piace il gelato. Lo testimonia il dato di crescita del 10% nel consumo di prodotto artigianale nel 2011 rispetto al valore dell'anno passato. Dietro questa tendenza si nasconde un mondo produttivo molto vivace.

Ai bergamaschi piace il gelato. Lo testimonia il dato di crescita del 10% nel consumo di prodotto artigianale nel 2011 rispetto al valore dell'anno passato. Dietro questa tendenza si nasconde un mondo produttivo molto vivace, sia sul fronte della produzione, sia su quello dei macchinari e dell'indotto. A livello di fatturato infatti, parlando solo di produzione, il comparto ha registrato in Bergamasca una crescita nell'ultimo anno del 10% attestandosi sui 41,2 milioni di euro, con un incremento di 17 gelaterie artigianali, passate da 233 a 250 con più di mille addetti. Ma se ci riferiamo a tutto il «mondo gelato», il giro d'affari in Bergamasca lievita in maniera impressionante, e tocca all'incirca i 200 milioni di euro.

Questo perché il settore in provincia è ormai un vero distretto, dove sono presenti tutti gli attori della filiera, che da anni sanno interagire muovendosi in rete. Una delle voci più importanti riguarda le aziende che producono macchinari: solo per citare alcune esempi, la Tecnogel di Grassobbio, la Gelmatic e la Icetech-Frigogelo di Orio al Serio, la Innova di Cerete, la Tecnomatic di Azzano San Paolo, la Vivosan di Mozzo sono tra quelle che esportano di più nel mondo. Poi ci sono i produttori di coni (l'Ostificio Prealpino di Bergamo è l'esempio più rappresentativo) e di semilavorati (come la Unigel di Zingonia e la Granulati Italia di Boltiere), e ancora le ditte di distribuzione (come Puntogel di Bergamo, Servicegel di Gorle, Iceberg di Bergamo). Inoltre esistono importanti aziende di termoscatole (vaschette in polistirolo per l'asporto) come la Domogel di Costa di Mezzate e la Bergamo Espansi di Ranica, oltre a una serie arredatori specializzati per i pubblici esercizi e in particolare le gelaterie. E per completare il quadro, c'è persino una delle riviste specializzate più importanti del settore, «Gelato Artigianale», che ha sede a Stezzano. Tornando alla produzione, il presidente del Comitato dei gelatieri (Cogel) Ascom di Bergamo Massimo Bosio è soddisfatto dell'andamento: «L'annata scorsa per noi è stata ottima, tanto da registrare un incremento a doppia cifra, attorno al 10%, nelle vendite di gelato artigianale, con un fatturato in crescita e con l'apertura di nuove attività in provincia».

In tempi di crisi, un dato in controtendenza quindi, anche se Bosio mette in guardia soprattutto i giovani: «A loro dico sempre che non è sufficiente la voglia di aprire una gelateria pensando di guadagnare, ci vuole molto di più. Serve passione, preparazione ed esperienza, altrimenti, e succede spesso, c'è chi apre e poi è costretto a chiudere in fretta, perché non è in grado di realizzare un prodotto di qualità», evidenzia Bosio. Se aprire una gelateria artigianale, infatti, non ha un costo proibitivo, «in quanto ci aggiriamo intorno ai 50 mila euro tra macchinari, dipendenti e locali in affitto», spiega Bosio, anche chiuderla può essere altrettanto facile, «soprattutto quando manca la giusta formazione e la voglia di fare bene».

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