Via il pc, ora fa l'allevatore:
addio al negozio di informatica

Anche gli ultimi dati forniti da Coldiretti Bergamo dimostrano che tanti giovani, in libera uscita dal mondo dell'industria e del commercio a causa soprattutto della crisi, tornano a scommettere sull'agricoltura. La storia di Paolo Rotoli, 36 anni di Clusone, è emblematica.

Anche gli ultimi dati forniti da Coldiretti Bergamo dimostrano che tanti giovani, in libera uscita dal mondo dell'industria e del commercio a causa soprattutto della crisi, tornano a scommettere sull'agricoltura.

Passione, voglia di vivere all'aria aperta, capacità di tornare a produrre cibi genuini, disamore verso alcune attività classiche della pianura: sono tante le motivazioni che spingono questi lavoratori (quasi tutti nella fascia tra i 25 ai 39 anni) a cambiare.

Su cento nuove attività agricole infatti, solo 30 sono quelle genenrazionali, trasmesse da una famiglia già operante nel settore, mentre ben 70 provengono da altri settori, veri neofiti che tornano alla terra, magari con nuove capacità e competenze.

Tra i casi più emblematici c'è la storia di Paolo Rotoli, 36 anni, clusonese doc: passare infatti dall'informatica all'agricoltura è il percorso inverso che tanti ragazzi seriani hanno fatto negli ultimi anni.

«Eppure io mi sentivo di farlo: anche se il mio è un negozio di computer ben avviato, nel centro di Clusone - spiega Rotoli -, continuavo a pensare che la mia vera vocazione fosse un'altra». Ha acquistato le sue prime caprette, allestendo un piccolo allevamento, che poi si è allargato ai vitelli e maiali.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 22 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA