Carival, un'azienda «in coma»:
ora la Cgil chiede un incontro

La Carival di Grassobbio è, dice la Cgil, un'azienda «in coma». Una quarantina i lavoratori dello stabilimento metalmeccanico che passano da cassa straordinaria a cassa in deroga. Ora la Fiom chiede un incontro: «La proprietà ci crede ancora nell'azienda?»

Un anno di cassa integrazione straordinaria, poi 8 mesi di quella in deroga, poi di nuovo la straordinaria, scaduta e richiesta per altri 12 mesi, da questo giugno fino allo stesso mese del 2013: da troppo tempo con un magro salario, la quarantina di lavoratori della Carival di Grassobbio, azienda metalmeccanica che produce caldaie civili ed industriali, restano sospesi in una sorta di «coma» aziendale, come lo ha definito Mauro Rossi della Fiom-Cgil di Bergamo.

Riuniti in assemblea, venerdì scorso, 22 giugno, tra di loro è emersa una forte ansia per il futuro dell'azienda e per la mancanza di un piano strategico di rilancio, visto anche l'aggravarsi della crisi dal gennaio di quest'anno.

«Senza ombra di dubbio, la situazione di profonda recessione economica generale ed in particolar modo quella legata al settore edile hanno contribuito non poco a peggiorare la situazione di Carival - ha detto Mauro Rossi -. Ci sembra però che soprattutto la mancanza di una strategia e di un reale piano di rilancio abbiano contribuito a portare all'attuale situazione e al suo continuo aggravarsi. Pensiamo che Carival possa avere ancora un futuro ma serve un piano industriale, serve un progetto serio e credibile sia sul lato dello sviluppo di una rete commerciale sia sul lato dell'innovazione dei prodotti, servono investimenti per risanare gli ambienti di lavoro, per assicurare la disponibilità dei materiali, per migliorare l'organizzazione del lavoro. La proprietà ci crede ancora nell'azienda? Non è sufficiente dire che la cassa integrazione straordinaria è una tutela per i lavoratori. In assenza di una strategia aziendale rischia di diventare un semplice periodo di “coma” aziendale, con un destino già scritto: l'ennesima chiusura con altra perdita di occupazione per il nostro territorio e per il settore manifatturiero bergamasco».

Per questo lavoratori e Fiom-Cgil chiedono che venga fissato con la direzione un incontro che abbia all'ordine del giorno il piano industriale dell'azienda.

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