Ecco la cura dimagrante di Ubi
Chiusura o vendita per 44 filali

Il taglio vero sarà di 44 filiali, che saranno chiuse o vendute, per cui si scenderà dalle attuali 1.800 a 1.756. Altre 78 però saranno ridimensionate e dal rango di filiali scenderanno a quello di minisportelli, ovvero piccole presenze con due o tre persone.

Il taglio vero sarà di 44 filiali, che saranno chiuse o vendute, per cui si scenderà dalle attuali 1.800 a 1.756. Altre 78 però saranno ridimensionate e dal rango di filiali scenderanno a quello di minisportelli, ovvero piccole presenze con due o tre persone che su alcuni temi come la concessione di prestiti non hanno potere decisionale autonomo ma si appoggiano a una filiale di riferimento.

È questo il ridimensionamento annunciato mercoledì sera 18 luglio a Borsa chiusa dal gruppo Ubi Banca, che prevede inoltre interventi di razionalizzazione e semplificazione della struttura interna delle banche rete, della capogruppo Ubi e di Ubi Sistemi e Servizi.

Tradotto in posti di lavoro, vuol dire che si avrà una riduzione dell'organico stimabile, spiega una nota, «in circa 1.500 posizioni a tempo pieno». Stando alle indiscrezioni di questi giorni, se questo dovesse coincidere con il numero delle persone in uscita, vorrebbe dire scendere dagli oltre 19 mila dipendenti attuali a circa 17.700, mille in meno rispetto ai 18.700 che erano stati indicati dal piano industriale come obiettivo per il 2015.

Sul tavolo però l'azienda ha messo il ricorso ai fondi di solidarietà per l'accompagnamento alla pensione, ai quali secondo le stime circolate potrebbero accedere circa 500 dipendenti, e più flessibilità sugli orari di lavoro, che può voler dire ad esempio maggiore ricorso al part-time. Su questi capitoli si giocherà il confronto sindacale e il saldo finale dell'organico potrebbe anche restare sopra quota 18 mila. Il gruppo si augura che la trattativa possa chiudersi entro ottobre.

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