Biodiversità, Bergamo
scopre il fagiolo del Tone

Anche Bergamo scende in campo per le biodiversità. E si lancia sui fagioli. Di fagioli, infatti, ne esistono di vari tipi, ma non sono molti i bergamaschi che conoscono il «fagiolo del Tone», nato sul nostro territorio. E nello specifico in Valle Seriana.

Anche Bergamo scende in campo per le biodiversità. E si lancia sui fagioli. Di fagioli, infatti, ne esistono di vari tipi, ma non sono molti i bergamaschi che conoscono il «fagiolo del Tone», nato sul nostro territorio. E nello specifico in Valle Seriana.

Il «Fagiolo del Tone» è una ri-scoperta partita in concreto da Fiorano. Un socio di Civiltà Contadina, Michele Ghirardelli, ha ricevuto il seme di questo fagiolo da Pedro Bondanini, nipote di Antonio Ghilardini (dal quale è partito tutto e che in paese era conosciuto come Tone).

Dopo averlo coltivato nel suo orto, Ghirardelli ha cominciato a farlo girare nell'associazione per diffonderlo. «In realtà la scoperta di questo fagiolo - sottolinea il nipote di Tone, il 25enne Pedro Bondanini - si deve a mio nonno materno. La cosa è accaduta ben prima che nascessi e credo che il nonno ne sia entrato in possesso facendo uno scambio di semi con un contadino della Liguria. Poi ha cominciato a piantarli, negli anni Settanta, nell'orto di casa, in frazione Rova, a Gazzaniga».

«Ad un certo punto - dice Gianbattista Rossi, responsabile del gruppo di Bergamo dell'associazione Civiltà Contadina - questo seme è approdato a Caravaggio e qui è accaduta una cosa molto interessante: cultura e coltura si sono unite. In questo Comune, infatti, c'era la tradizione della cosiddetta trippa dei morti, preparata per lo più a novembre, che richiedeva la presenza di un fagiolo grosso e bianco. Il problema fino ad allora era stato quello di trovare un legume del genere che ben si adattasse a questo piatto. Con la comparsa del fagiolo del Tone alcuni anni fa è stato possibile completare tale tradizione con un ingrediente ad hoc. Di conseguenza il seme ha trovato un posto d'onore negli orti di Caravaggio».

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