Mille pony pizza sulle strade
Tra di loro ci sono anche laureati

La carica dei mille: un motorino, un casco, una buona conoscenza delle strade e via. In tempi di crisi il pony pizza per molti giovani bergamaschi sotto i 25 anni sta diventando qualcosa di più che un buon «lavoretto» con il quale arrotondare a fine mese.

La carica dei mille: un motorino, un casco, una buona conoscenza delle strade e via. In tempi di crisi il pony pizza per molti giovani bergamaschi sotto i 25 anni sta diventando qualcosa di più che un buon «lavoretto» con il quale arrotondare a fine mese (la forbice va dai 500 agli 800 euro per chi lavora più ore).

Rispetto al passato continua a crescere non solo chi, frequentando l'università si paga gli studi, ma vista la recessione, sono diversi coloro che, lo rivela qualche titolare, fresco di laurea o diplomato, per ora non trova di meglio e utilizza questa attività come unica fonte di reddito da mesi, in attesa di tempi migliori.

Con il boom delle pizzeria d'asporto, ormai si sfiorano i 600 punti vendita in provincia, si contano oltre mille pony, considerato che si va da un minimo di uno a un massimo di 4-5 per esercizio. Di solito l'attività richiede poche ore giornaliere, quasi sempre di sera, con una domanda sempre crescente da parte dei gestori di pizzerie che fanno consegne a domicilio.

Per svolgere il lavoro «non servono particolari autorizzazioni - spiega Marco Trussardi, funzionario dell'Associazione artigiani di Bergamo -: basta il patentino della moto o la patente e l'utilizzo di un casco a norma». È però importante «è che la pizzeria fornisca al ragazzo un motorino o scooter perfettamente in regola, revisionato e sicuro, oltre ad avere un portavivande riscaldato - precisa Trussardi - che, per legge, deve rispettare parametri inerenti igiene e mantenimento della fragranza della pizza, oltre a non intralciare la guida al pony».

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