Ipsa di Albano ancora nel baratro
Lavoratori senza cassa e mobilità

Non trova soluzione, nemmeno dopo questa settimana di incontri, la paradossale vicenda dei 35 lavoratori rimasti senza prospettive dopo il fallimento dell'azienda metalmeccanica Ipsa di Albano Sant'Alessandro.

Non trova soluzione, nemmeno dopo questa settimana di incontri, la paradossale vicenda dei 35 lavoratori rimasti senza prospettive dopo il fallimento dell'azienda metalmeccanica Ipsa di Albano Sant'Alessandro. Né l'incontro con l'assessore provinciale al Lavoro Enrico Zucchi né quello al Tribunale di Bergamo col giudice delegato per il fallimento di Cattaneo Presse International, Giovanna Golinelli, hanno sciolto l'incertezza (anche economica) che i lavoratori stanno vivendo, restando «in carico a non si sa chi».

«Il giudice Golinelli si è riservata di procedere a verifiche sull'intricata vicenda» hanno detto Mauro Rossi della Fiom-Cgil e Marco Fiorina della Fim-Cisl di Bergamo. «Da lei e dal curatore fallimentare di Cattaneo Presse, Franco Cannizzo, aspettiamo di avere qualche novità la prossima settimana. Certo è che alcuni dei 35 lavoratori non vedono entrate monetarie da troppi mesi e, se non si fa chiarezza, non li vedranno per molti mesi a venire. Inoltre, per gli ex dipendenti è difficile ricollocarsi, visto che nessuno dà loro la possibilità di entrare in mobilità».

Per riassumere l'incredibile situazione ricordiamo che a luglio era stato firmato un accordo per l'avvio della Cassa straordinaria per procedura concorsuale che avrebbe dovuto garantire un anno di integrazione salariale a partire (retroattivamente) dal 7 giugno, data del fallimento dell'azienda.

L'iter per l'ottenimento dell'ammortizzatore sociale, però, è stato bloccato da una disputa sulle competenze. Infatti, dopo la firma dell'accordo per l'avvio della Cassa straordinaria in Regione, il curatore fallimentare di Ipsa Claudio Dalla Valle ha avanzato dubbi sulla titolarità della procedura fallimentare: non è chiaro se i 35 lavoratori rimasti in carico all'azienda facciano capo alla procedura fallimentare dell'azienda oppure a quella di Cattaneo Presse International, da cui Ipsa aveva affittato un ramo d'azienda. Risulta, infatti, che Ipsa non abbia mai pagato per l'affitto, dunque il contratto di quell'operazione sarebbe da considerarsi decaduto.

Successivamente, però, in fase di asta del medesimo ramo di azienda, Ipsa aveva acquisito la medesima parte di produzione, per la seconda volta non onorando i debiti. Così, in occasione dello sfratto di Ipsa, l'ufficiale giudiziario aveva restituito il complesso aziendale (ovvero macchinari e, secondo il curatore Ipsa, anche i lavoratori) a Cattaneo Presse International. La cassa firmata a luglio, alla fine, è stata bloccata in Regione: la sua sospensione è stata decisa in attesa di chiarimenti sulla posizione societaria e sul vero rapporto fra i due fallimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA