Fare manutenzione agli aerei
Ora la Lakers Fly Tech fa scuola

Maurizio Balbi, con la sua Lakers Fly Tech, si occupa da cinque anni della selezione e fornitura di manodopera specializzata nel campo aeronautico. Ora si è inventato una scuola per formare tecnici qualificati in questo ambito. E il corso è già sold out.

Inizialmente era solo un'idea. Maurizio Balbi, con la sua Lakers Fly Tech, con sede a Bergamo, si occupa da cinque anni della selezione e fornitura di manodopera specializzata nel campo aeronautico, ma da qualche tempo, nella sua mente, si faceva largo il progetto della formazione di tecnici qualificati. Idea lanciata poco più di un anno e che ora si concretizza.

Se infatti è innegabile che il mondo del lavoro è in crisi, una via deve esserci per andare oltre l'ostacolo. Come? «Trovando una strada per dare una nuova possibilità ai ragazzi», spiega Balbi con il sorriso sulle labbra ma lo sguardo serio di chi sta raccontando qualcosa di, a suo modo, rivoluzionario. Perché tocca un ambito che si può aprire alle più sconfinate prospettive, se è vero che le indagini dicono che, da qui a cinque anni, il 60% delle posizioni di tecnici manutentori, in Italia, sarà vacante, giusto perché non c'è nessuno abilitato a farlo.

«Al momento, gli unici che possiedono l'abilitazione sono i pensionati che provengono da una carriera militare, nell'esercito oppure nella marina. Perché non svecchiare tutto e dare la possibilità di lavorare ai giovani?». L'idea sembra funzionare e, in effetti, l'appello ha già riscosso consensi: martedì partirà il corso di formazione per tecnici manutentori aeronautici, che durerà 20 mesi e 2.400 ore di lezione, equamente divise tra teoria e pratica. Il tutto, in collaborazione con Aviotrace Swiss, la società che fornisce le certificazioni: fino all'altro ieri, qualcosa di simile esisteva soltanto a Gallarate, ma poi, per la parte pratica, occorreva trasferirsi in Svizzera.

Qui, invece, tutto made in Bergamo, dall'inizio alla fine. Inaugurazione e lezioni saranno presso la Servitec di Dalmine: il corso doveva prevedere da 6 a 15 iscritti ed è servita meno di una settimana, a luglio, per registrare il sold out.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 23 settembre

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