Rotazione Italcementi, i sindacati:
«Blocco straordinari, e sciopero»

Blocco degli straordinari e sciopero di quattro ore il 5 ottobre in Italcementi e alla Ctg di Bergamo: lo hanno proclamato i sindacati che sottolineano due aspetti non in linea con i programmi concordati con l'azienda.

Blocco degli straordinari e sciopero di quattro ore il 5 ottobre in Italcementi e alla Ctg di Bergamo: lo hanno proclamato i sindacati che sottolineano due aspetti non in linea con i programmi concordati con l'azienda. «Niente corsi di riqualificazione professionale e meccanismo inceppato nella rotazione dell'ammortizzatore sociale».

 

Ecco il comunicato dei sindacati:
«Già nell'ultimo confronto prima della pausa estiva i sindacati avevano avanzato qualche dubbio su modalità di rotazione della Cassa e percorsi di riqualificazione professionale che sembravano non partire mai: ora dai dubbi si passerà alla protesta in Italcementi e CTG di Bergamo, dove da domani scatta il blocco delle ore straordinarie e per venerdì 5 ottobre è stato proclamato uno sciopero di 4 ore (le ultime di ciascun turno) con un presidio all'ingresso della portineria di via Madonna della Neve.

Come già a luglio, anche questo mese, lunedì 17, si è tenuto un incontro per verificare l'andamento e la gestione della Cassa integrazione straordinaria avviata in Italcementi dopo la formalizzazione di 265 “eccedenze” a livello nazionale.

“L'azienda si era impegnata a presentare un programma per dare avvio, questo mese, ai corsi di riqualificazione professionale annunciati a giugno per consentire ai cassaintegrati di acquisire nuove competenze e potersi reinserire nel lavoro”, spiegano Ivan Comotti della FILLEA-CGIL, Umberto Giudici della FILCA-CISL e Francesco Grieco di FENEAL-UIL di Bergamo. “L'azienda ha comunicato che non intende procedere in tal senso. Siamo consapevoli dello stato di difficoltà che attraversa Italcementi e che è comune a tutto il settore della produzione del cemento, ma questa crisi non può essere utilizzata come una scusante per una gestione unilaterale e discriminatoria di questa Cassa integrazione, violando nei fatti alcuni principi sanciti nell'accordo sottoscritto al Ministero a gennaio”.

Italcementi, poi, nell'incontro del 17 settembre ha annunciato solo il rientro di due lavoratori a zero ore (uno in ITC e l'altro in CTG) e il prosieguo della precedente rotazione in atto. “Alla nostra richiesta esplicita di dare risposta ai 19 lavoratori che non hanno mai ruotato sui 28 attualmente in Cassa, l'azienda ha sostenuto che oltre alla fungibilità professionale prende in considerazione anche l'efficacia del singolo lavoratore a parità di mansioni, per svolgere la rotazione: concetto questo da noi immediatamente respinto” continuano i sindacalisti, “perché  introdurrebbe una completa discrezionalità aziendale: tra l'altro non è previsto dalla legge vigente in materia di CGIS, e mai è stato discusso né tanto meno concordato negli accordi sottoscritti a gennaio”.

Nel confronto della scorsa settimana, inoltre, l'azienda ha annunciato l'esternalizzazione di tre posizioni lavorative di un intero ufficio, contraddicendo quanto convenuto nell'accordo nazionale che, al contrario, prevede delle “internalizzazioni” di lavori. Viene proposta a quei tre lavoratori una soluzione occupazionale precaria alle dipendenze del loro attuale fornitore che utilizzerebbe le conoscenze acquisite dai lavoratori per continuare a svolgere il lavoro per Italcementi: “La situazione dei tre lavoratori si è ulteriormente complicata quando, in alternativa, l'azienda il 20 settembre ha minacciato il licenziamento immediato per giustificato motivo oggettivo così come previsto dal nuovo art. 18 riformulato dalla legge Fornero. Inoltre l'azienda non ha colto le nostre osservazioni circa la gestione unilaterale dell'orario di lavoro da lei decisa e non convenuta con le RSA e le organizzazioni sindacali. Abbiamo anche denunciato un clima lavorativo molto pesante che i responsabili di vari uffici alimentano (dal modo di porsi coi subalterni all'imposizione di ritmi di lavoro sempre più insostenibili), minacciando la collocazione in Cassa integrazione dei lavoratori qualora essi non svolgano nei tempi definiti i lavori affidati”.

Il 21 settembre scorso si è tenuta l'assemblea dei lavoratori che, ad ampia maggioranza, ha deciso la proclamazione dello stato di agitazione delle due aziende.

Il prossimo incontro con l'azienda è stato fissato per il 16 ottobre: “In quell'occasione chiederemo che siano date risposte ai diversi problemi posti e fino ad ora sono rimasti inevasi”».

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