Il Sole arriverà sulla terra
con i tubi di Costa Volpino

Dopo aver fornito al Cern di Ginevra i tubi dell'impianto che ha permesso di scoprire la «particella di Dio», ora la Salzgitter Mannesmann di Costa Volpino è coinvolta nell'Iter, progetto che si propone di realizzare la fusione nucleare.

Dopo aver fornito al Cern di Ginevra i tubi utilizzati per la costruzione dell'impianto che ha permesso di scoprire meno di tre mesi fa il bosone di Higgs, la «particella di Dio», ora la Salzgitter Mannesmann di Costa Volpino è coinvolta in un progetto ancora più ambizioso. I tubi di acciaio inossidabile prodotti nell'alto Sebino costituiscono uno degli elementi fondamentali del progetto internazionale Iter (International thermonuclear Experimental reactor) che si propone di realizzare la fusione nucleare, il procedimento fisico che avviene normalmente nel nucleo del Sole e che, riproposto sulla Terra, permetterebbe di risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico, producendo quantità immense di energia partendo da isotopi di idrogeno ricavati dall'acqua di mare senza creare scorie radioattive.

L'impianto per la fusione nucleare è in costruzione nella cittadina francese di Cadarache, nei pressi di Aix en Provence: il reattore sarà alto 24 metri e per realizzarlo e condurvi i primi esperimenti gli Stati hanno messo a disposizione 11 miliardi di euro. Proprio in questi giorni dalla Salzgitter di Costa Volpino stanno uscendo i primi tubi che andranno a formare parte degli anelli che circondano il nucleo centrale. In questi anelli saranno poi inseriti dei cavi di materiali superconduttori che devono generare il campo magnetico necessario a tenere in sospensione il plasma del nucleo centrale a una temperatura di 150 milioni di gradi centigradi. «Per un'impresa così – spiega Ivan Nembrini, responsabile qualità della Salzgitter Mannesmann Stainless Tubes Italia srl (questo il nome completo della società del gruppo tedesco a cui fa capo l'impianto di Costa Volpino) – servono tubi assolutamente perfetti». Quelli realizzati nell'alto Sebino sono lunghi 8 metri ciascuno, hanno una forma quadrata, con il lato lungo 57 millimetri, al cui interno è ricavato un foro con un diametro di 41 millimetri. «Per l'impianto di Caradache – aggiunge Nembrini – dovremo produrre quasi 300 tonnellate di questi tubi, una commessa che per noi vale circa 10 milioni di euro».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 3 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA