Anche i lavoratori di Calcestruzzi
scendono in sciopero venerdì 5

Anche i lavoratori di Calcestruzzi spa venerdì 5 ottobre scenderanno in sciopero, come già hanno deciso di fare nella stessa giornata quelli di Italcementi e Ctg di Bergamo. Lo scrivono Fillea-Cgil e Filca-Cisl.

Anche i lavoratori di Calcestruzzi spa venerdì 5 ottobre scenderanno in sciopero, come già hanno deciso di fare nella stessa giornata quelli di Italcementi e Ctg di Bergamo. La protesta nella società specializzata in produzione e distribuzione di calcestruzzi preconfezionati è stata proclamata dall'assemblea dei lavoratori di mercoledì pomeriggio e arriva dopo l'incontro con la direzione aziendale sulle modalità di gestione della Cassa integrazioni straordinaria.

«Siamo consapevoli dello stato di difficoltà in cui versa l'azienda ma questa crisi non può essere utilizzata per una gestione unilaterale e discriminatoria della Cassa integrazione nel perseguimento del progetto di ristrutturazione previsto nell'accordo sottoscritto al Ministero il 25 gennaio 2012» hanno commentato giovedì Ivan Comotti della Fillea-Cgil e Umberto Giudici della Filca-Cisl di Bergamo.

Il piano di ristrutturazione coinvolge a livello nazionale 63 siti produttivi o gestionali e prevede 205 persone in «eccedenza» sulle 521 occupate, 67 solo nella nostra regione e 12 nella sede centrale di Bergamo. Di questi 12 lavoratori in Calcestruzzi spa, 6 non hanno mai avuto la possibilità di «ruotare» nell'utilizzo dell'ammortizzatore e sono in Cassa «a zero ore».

Dunque, il nodo è lo stesso che ha portato alla protesta anche i dipendenti delle altre società del Gruppo Italcementi: «L'azienda ha ribadito che la rotazione in sede è possibile solo su una posizione lavorativa di segreteria dove attualmente ruotano 4 persone. Nessun'altra persona è stata individuata come "fungibile" per avviare nuovi percorsi di rotazione» continuano i due sindacalisti.

«Anche qui la direzione aziendale ha sostenuto che oltre alla fungibilità professionale l'efficacia del singolo lavoratore a parità di mansioni è un criterio valutato per svolgere la rotazione. Lo ripetiamo, questo è un concetto che respingiamo perché introduce una forte discrezionalità aziendale, non è previsto dalla legge vigente in materia di Cgis e non è mai stato discusso né concordato nell'accordo nazionale».

Nonostante l'accordo al Ministero preveda, poi, specifici percorsi di formazione e riqualificazione, ancora nessuna verifica al riguardo è stata possibile: «Questo argomento è stato rimandato alla fine dell'anno contravvenendo allo spirito della "cabina di regia" definita a livello nazionale in cui si prevedeva un percorso comune di costruzione e di accompagnamento della formazione. Abbiamo anche denunciato come i responsabili dei vari uffici alimentino un brutto clima lavorativo, utilizzando la collocazione in Cassa integrazione dei lavoratori come punizione nel caso non svolgano i lavori affidati nei tempi definiti».

Così mercoledì l'assemblea dei lavoratori di via San Bernardino ha deciso il blocco delle ore straordinarie e delle flessibilità di orario dal 3 ottobre, 4 ore di sciopero nel pomeriggio di venerdì 5 ottobre e un presidio con il resto dei lavoratori del Gruppo all'ingresso della portineria centrale di via Madonna della Neve dalle 12 alle 17,30 (alle 13,45 conferenza stampa in via Madonna delle Neve 4)

La mobilitazione chiede l'immediato avvio della rotazione per i 6 lavoratori esclusi dall'applicazione dell'accordo, l'applicazione della sola fungibilità professionale quale criterio per attuare la rotazione, l'organizzazione dei percorsi di formazione stabiliti al Ministero come strumento principale di recupero dell'efficienza e del rilancio aziendale oltre che come strumento di ricollocazione e riqualificazione professionale. Il prossimo incontro fra le parti è stato previsto per il 16 ottobre.

Fillea Cgil-Filca Cisl


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