Cessione sportelli Creberg, la Cgil:
«Così s'impoverisce l'istituto»

Sulla vicenda della cessione degli sportelli del Credito Bergamasco al Banco Popolare interviene anche la Cgil, con una nota che segue il comunicato unitario diffuso venerdì mattina. Dice la Cgil: «La cessione impoverirebbe l'istituto di credito»

Sulla vicenda della cessione degli sportelli del Credito Bergamasco al Banco Popolare interviene anche la Cgil, con una nota che segue il comunicato unitario diffuso venerdì mattina. Dice la Cgil: «La cessione impoverirebbe l'istituto di credito»

«La cessione di 35 sportelli del Credito Bergamasco al Banco Popolare - scrive il sindacato - potrebbe venire deliberata lunedì prossimo, durante il Consiglio di Amministrazione dell'istituto di credito orobico. Si tratta di filiali che si trovano a Roma, in provincia di Cremona, in Brianza e a Milano e che occupano circa 190 lavoratori.

Quello che preoccupa i sindacati provinciali di categoria sono le ricadute occupazionali e lo stesso destino di Creberg, l'unica banca bergamasca che, pur essendo parte di un gruppo (Banco Popolare, appunto), resta autonoma con un proprio bilancio.

Per il Credito Bergamasco lavorano oggi 2.250 lavoratori in circa 300 sportelli in tutt'Italia. La cessione avviene in un quadro di riorganizzazione del gruppo Banco Popolare, che sta ridefinendo gli aspetti territoriali in cui le banche opereranno, seguendo una ratio geografica».

«Con quest'operazione - spiega Mina Nava, segretario generale della Fisac-Cgil di Bergamo - il Credito Bergamasco perderebbe circa il 10% dei propri sportelli, quelli guadagnati nel tempo in fase di espansione fuori dai confini tradizionali lombardi e tornerebbe ad avere un carattere regionale. Questo ci fa preoccupare, perché la cessione impoverirebbe l'istituto di credito e si tradurrebbe nella perdita di sportelli particolarmente redditizi. Il nostro timore è che la perdita di redditività del Credito Bergamasco possa poi avere ripercussioni sui posti di lavoro e tradursi in eventuali tagli. Se al momento non vediamo grossi rischi, l'operazione ci preoccupa in prospettiva: se continua questa opera di depauperamento, il Credito Bergamasco che è sempre stato una banca d'eccellenza rischia di non esserlo più».

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