Sanpellegrino, c'è l'accordo
Arriva l'ok dei lavoratori

Un plebiscito. L'ultimo rilancio aziendale uscito dalla trattativa fiume di martedì in municipio ha avuto uno sviluppo immediato in fabbrica ben al di sopra delle aspettavie, tanto che già fin d'ora la guerra delle lattine in Sanpellegrino può dirsi archiviata.

Un plebiscito. L'ultimo rilancio aziendale uscito dalla trattativa fiume di martedì in municipio ha avuto uno sviluppo immediato in fabbrica ben al di sopra delle aspettavie, tanto che già fin d'ora la guerra delle lattine in Sanpellegrino può dirsi archiviata. Merito della capacità delle parti di non arroccarsi ad oltranza sulle proprie posizioni e di un sindaco, Vittorio Milesi, che quando tutti davano per spacciato il negoziato, ha cercato di rimettere insieme i cocci, riuscendoci al termine di un'estenuante ma fruttuosa giornata. Bulgare, 24 ore dopo, le percentuali di voti favorevoli tra i dipendenti di Ruspino che nelle assemblee di ieri (nelle prime due, presenti 207 lavoratori, 195 i pro, 5 contro e 7 astenuti) hanno dato il via libera all'ultimo documento firmato dal presidente del gruppo Stefano Agostini, in cui c'è l'impegno a far ricadere innanzitutto sul sito padovano gli eventuali cali di produzione delle lattine, mentre allo stesso tempo sarebbero stabilizzati a tempo pieno un certo numero dei 58 part-time assunti ai tempi della vicenda dei dazi americani.

Nelle stesse ore in Assolombarda, il Coordinamento nazionale raggiungeva l'accordo generale per gli investimenti del gruppo nel triennio 2012-2015 nei siti italiani, lasciando in sospeso la questione Ruspino, in attesa dell'accordo tra le parti che sarà raggiunto (salvo clamorose sorprese) giovedì pomeriggio alle 16 nel Comune di San Pellegrino (in omaggio al prezioso lavoro dell'amministrazione) e che integrerà il documento di Milano. Così, dopo giorni ad altissima tensione e un caso che ha avuto ricadute anche sociologico-localistiche per gli investimenti contesi tra Bergamo e Padova, si va verso un epilogo che sembra soddisfare tutti.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 25 ottobre

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