Vertenza Ubi, apertura di Massiah
E su Jannone: evitare le ingerenze

La stoccata polemica più forte è arrivata dal segretario provinciale Cgil Luigi Bresciani: «Il gruppo Ubi ha bisogno della partecipazione alle scelte della banca dei lavoratori, che devono avere più voce in capitolo sulle decisioni strategiche».

La stoccata polemica più forte è arrivata dal segretario provinciale Cgil Luigi Bresciani: «Il gruppo Ubi ha bisogno della partecipazione alle scelte della banca dei lavoratori, che devono avere più voce in capitolo sulle decisioni strategiche, per evitare che i soliti noti decidano su tutto e anche per scongiurare le pericolose ingerenze di personaggi politici inaffidabili».

Nomi Bresciani non ne ha fatti, ma il riferimento alle prese di posizione dell'altro ieri di Giorgio Jannone - critico nei confronti dei vertici del gruppo bancario - sembravano abbastanza evidenti. Il consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah ha raccolto in parte la sollecitazione di Bresciani: da una parte rifiutandosi di commentare la conferenza stampa di Jannone («O restiamo su temi seri, altrimenti niente»), dall'altra rispondendo a Bresciani (e, indirettamente, a Jannone): «Le ingerenze sarebbero pericolose e inaccettabili comunque, da qualunque parte provengano. Meglio tenere l'azienda a un livello tecnico-professionale».

Sono stati diversi gli spunti emersi nel corso del dibattito promosso ieri, all'Hotel Excelsior San Marco, dalla Fisac-Cgil di Bergamo sul tema «Banche e territorio, il modello federale di Ubi Banca» al quale hanno partecipato, oltre a Massiah e Bresciani, anche Agostino Megale, segretario nazionale Fisac, e Giuseppe Guerini, presidente di Imprese & Territorio e di Confcooperative,

Massiah era, per così dire, tra due fuochi: da una parte il pesante attacco di Jannone, dall'altra la controparte sindacale critica sulla decisione di Ubi di tagliare oltre 1.500 lavoratori. A quest'ultimo proposito, ha lanciato un messaggio di distensione ai lavoratori e ai sindacati, dopo le tensioni degli ultimi giorni sfociate in una affollata assemblea dei bancari Ubi, dove i toni sono stati molto critici. «Mantengo la volontà di dialogo con il sindacato e resto ottimista perché siamo tra persone serie. Tutti abbiamo a cuore il destino dell'azienda. Se riusciamo ad attuare dei risparmi con il minimo tasso di sacrifici, credo che sia fattibile la strada per alleggerire i costi».

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