La fiaba dei tre porcellini
per spiegare la crisi economica

La crisi letta attraverso la fiaba dei tre porcellini. Un abbinamento curioso, ma efficace, su cui si è basato l'intervento di Mario Comana, ordinario della Luiss Guido Carli di Roma, alla riunione del Rotary Club di Bergamo, lunedì  all'Hotel San Marco.

«Le case dei porcellini sono tre: quella di paglia, quella di legno, che crollano al soffio del lupo, e quella di pietra, che resiste - ha spiegato Comana -. Ora noi ci troviamo in quella di paglia, a causa di un debito accumulato in tre decenni, perché abbiamo speso più di quello che abbiamo guadagnato».

Una situazione, però, in cui «anche se siamo messi male con il debito pubblico interno - ha continuato – siamo messi bene col deficit». Ma allora stiamo passando alla casa di legno? «La casa di legno è l'Europa e in questo momento è importante la manovra monetaria e l'attivazione del Fondo salva-Stati, che dovrebbe essere già operativo e invece è condizionato da lentezze che non giovano».

«Sarebbe necessaria un'Ue più forte, data dai tre pilastri - ha precisato - quello bancario, con una vigilanza accentrata in Bce, attesa per il 2013, nonostante le resistenze della Germania». C'è poi l'unione fiscale, con il controllo sui bilanci degli Stati e la condizione del debito, «sponsorizzato dalla Germania, frenato da Italia e Francia» e l'unione politica, con una forma federale e la definizione del perimetro di adesione degli Stati dell'Unione Europea e non di quella monetaria.

«La verità è che non facciamo altro che differire il tempo della ripresa, per arrivare alla casa di pietra, che andrebbe attivata attraverso la stabilizzazione del sistema finanziario, la riduzione del ricorso al debito e il rilancio delle politiche di offerta».

Alessandra Bevilacqua