Honegger, veglia di preghiera
per non spezzare la speranza

I lavoratori del Cotonificio Honegger si sono dati ancora una volta appuntamento lunedì sera 12 novembre alle 20 davanti ai cancelli chiusi dell'azienda. Con loro i rappresentanti della società civile e del mondo sindacale, ma soprattutto la comunità cristiana.

I lavoratori del Cotonificio Honegger si sono dati ancora una volta appuntamento lunedì sera 12 novembre alle 20 davanti ai cancelli chiusi dell'azienda. Con loro i rappresentanti della società civile e del mondo sindacale, ma soprattutto la comunità cristiana e i sacerdoti del Vicariato di Nembo ed Albino che hanno promosso la veglia di preghiera «Crescere nella fiducia» in solidarietà con il mondo del lavoro.

In silenzio il corteo di oltre trecento persone, con le fiaccole accese in mano, si è mosso per raggiungere il santuario della Madonna del Pianto. «Questa sera - ha sottolineato don Francesco Poli, direttore del Centro diocesano di pastorale sociale - non si celebra il funerale dell'azienda, ma si testimonia che la comunità cristiana spera e prega per il futuro con la volontà che la crisi diventi un'opportunità».

Una preghiera, quindi, che sostiene l'azione: «Dopo molti discorsi fatti sul cosiddetto "Modello Valle Seriana" - ha aggiunto don Poli - si deve agire stabilendo che cosa, chi, quando e con quali risorse realizzare un progetto concreto».

Un richiamo «al senso di responsabilità condivisa, perché non basta pregare e in fondo alla manifestazione del 31 ottobre non c'erano molte persone» è giunto dalla testimonianza di don Bruno Ambrosini portata durante la veglia, iniziata con la proiezione di uno spezzone del video girato il 31 ottobre nel quale i lavoratori gridavano provocatoriamente di non poter riporre fiducia in altri se non in Dio.

Da parte dei lavoratori prima della veglia è stata manifestata la preoccupazione per la mancanza dell'accredito dello stipendio che avrebbe dovuto avvenire proprio il 12: «Non vorremmo fosse una sorta di ritorsione perché abbiamo messo le catene ai cancelli». Ed altri ricordano che se questo riguarda 120 lavoratori, gli altri 250 da agosto non ricevono alcun pagamento.

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