Rinnovo in Confindustria
In lizza ci sono i vicepresidenti

Mancano ancora quattro mesi all'avvio della procedura che porterà, nella prossima primavera, alla designazione e all'elezione del nuovo presidente di Confindustria Bergamo, ma c'è già chi si interroga su chi potrà essere il successore di Carlo Mazzoleni.

Mancano ancora quattro mesi all'avvio della procedura che porterà, nella prossima primavera, alla designazione e all'elezione del nuovo presidente di Confindustria Bergamo, ma c'è già chi si interroga su chi potrà essere il successore di Carlo Mazzoleni, vicino alla conclusione del mandato quadriennale.

Una successione piuttosto delicata, un po' per la difficile fase congiunturale per la nostra industria, un po' perché Mazzoleni è un nome che conta nella storia dell'Unione degli industriali di Bergamo: il padre Emilio, cavaliere del lavoro e «regista» della riforma di Confindustria nazionale nei primi anni Novanta, è stato presidente dell'Unione industriali dal 1966 al 1971, e il fratello Mario lo è stato dal 1991 al '94. Carlo lascerà in primavera, ma dopo? «Mi butterò in politica», ci ha detto scherzosamente. Tuttavia, mai dire mai, vedi Montezemolo.

La macchina elettorale si metterà in moto tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, quando i tre «saggi» chiamati a sondare il terreno - dovrebbero essere i due past president Alberto Barcella e Andrea Moltrasio e il past president della Piccola industria Rita Melocchi - inizieranno le consultazioni tanto dei vertici quanto della base associativa, coinvolgendo un campione di imprenditori sufficientemente rappresentativo.

Al termine del giro di consultazioni, che durerà un paio di mesi, i «saggi» presenteranno alla giunta esecutiva il loro rapporto con la proposta di designazione del nuovo presidente, la cui nomina sarà infine ratificata dall'assemblea di giugno.

Quanto all'identikit del nuovo presidente, i principali sospettati sono, volenti o nolenti, i vicepresidenti Silvio Albini, Ercole Galizzi, Gianluigi Viscardi (presidente della Piccola industria) e Matteo Zanetti; senza trascurare Stefano Scaglia, che è stato vice dal 2005 al 2009. Sì, perché la tradizione vuole che al presidente subentri sempre un vicepresidente.

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