Si va in Borsa con un clic
Trading on line per tutti?

«Ma qui pensano che chi investe in Borsa gioca, preme qualche tasto e i soldi gli entrano in tasca? Io davanti ai monitor, tra teoria e pratica, ci passo dalle 10 alle 12 ore. E ci chiamano speculatori...».  È imbufalito di fronte alla prospettiva della Tobin Tax.

«Ma qui pensano che chi investe in Borsa gioca, preme qualche tasto e i soldi gli entrano in tasca? Io davanti ai monitor, tra teoria e pratica, ci passo dalle 10 alle 12 ore. E ci chiamano speculatori...».

È imbufalito di fronte alla prospettiva della Tobin Tax questo ventottenne che nella vita ha scelto di fare il trader online. «Volevo un lavoro che potessi gestire in completa autonomia – racconta Triktrok, soprannome con il quale partecipa al forum di Finanzaonline.com (una delle più importanti comunità di investitori online presenti su Internet) e del quale è anche uno dei moderatori – ma adesso il governo ha deciso di mettere questa tassa per far vedere che usa il pugno di ferro contro la speculazione, senza capire che chi ci rimetterà sarà solo la nostra Borsa e chi con il trading ci lavora».

Squali e pesciolini
La Tobin Tax ha messo in subbuglio la finanza. Ma se l'obiettivo era di colpire gli «squali», nella rete rischiano di finire invece i pesci piccoli. È il mondo degli investitori privati, «un asset importante per il mercato italiano», come lo definisce la stessa Borsa Italiana nella più recente indagine sul settore. E tra questi un posto particolare occupa il trading online, comparto che si caratterizza «per un elevato livello di autonomia nelle scelte di trading e per una maggiore propensione al rischio» – come scrive sempre Borsa Italiana – ma anche per una varietà di soggetti che oggi, grazie all'ampia diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche (da Internet agli smartphone e ai tablet), possono fare trading dal divano di casa, da sotto l'ombrellone o dall'università.

«Isp (la sigla con cui sono negoziate le azioni della banca IntesaSanPaolo, ndr) è il mio bancomat», ammette Bruno, 24 anni, barese, laureando fuori sede al Politecnico di Milano. «Non sono grossi introiti – precisa – ma nemmeno voglio rischiare più di tanto, su quei soldi ci devo contare per arrotondare la borsa di studio, la vita a Milano è cara». Anche Emma, 25 anni, toscana, studentessa-lavoratrice, due esami alla laurea in informatica e due anni di trading online alle spalle, si muove sull'azionario, anche se non disdegna altri settori – come i titoli di Stato – a rischio più contenuto.

L'adrenalina sale
Per amore o per forza, la molla che fa avvicinare al trading è diversa per ogni investitore. Per Matteo, 40 anni, ingegnere bolognese, «la Borsa è una passione nata 15 anni fa ma è solo dal 2009 che ho iniziato a gestire da me i miei investimenti anziché affidarli a società o consulenti che, pur pagati, alla fine sono risultati meno "performanti" di me. A luglio 2011, essendomi trovato senza lavoro, il trading online è diventato la mia unica attività»: un'esperienza affascinante e stressante al contempo. E molto "adrenalinica". Da gennaio ho ripreso a lavorare, e il trading si affianca alla prima attività».

Necessità e hobby
«Per me è diventato il primo lavoro perché da quando ho chiuso per la crisi la mia attività, un anno fa, altro non ho trovato», dice Carlo, trentottenne campano. «Sono partito da zero e non è stato facile, ma mi sto impegnando al massimo. Ci sono tantissime variabili a cui si deve prestare attenzione: il cambio, i market mover, le materie prime e naturalmente le notizie; basta una parola detta da un capo di governo o dai vertici di qualche banca centrale che i listini crollano oppure volano...».
È per ora un hobby in perdita per Cecilia, 65 anni, del Veneto, fresca pensionata. «Su Internet ho iniziato a seguire diversi forum sull'argomento, avevo dei risparmi in fondi che non recuperavano e continuavo anche a pagare le spese di gestione, li ho venduti e ho detto: provo da sola. Mio figlio mi ha installato due monitor: su uno seguo i grafici e le notizie, sull'altro i book dei titoli. Ho fatto qualche guadagno, ma ho molte perdite anche se ancora virtuali, spero che la Borsa si riprenda e di andare almeno in pari».

Nessun regalo
Scuote la testa Triktrok, che mette in guardia i neofiti dal miraggio del guadagno facile in Borsa. «Prima di buttarsi serve almeno un anno di studio». «E per studio – precisa – non intendo lauree o master». «Non per sminuire i titoli accademici – aggiunge – ma non c'è niente che possa valere l'occhio e le capacità che ci si fanno sul campo, osservando il mercato e i suoi meccanismi. E studiando l'At (analisi tecnica, ndr), visto che oggi sul web si trova tutto il materiale che serve, almeno per l'abc. Poi si può iniziare a investire. Piccole somme, per prendere fiducia. E capire soprattutto quanto si è disposti a rischiare. La psicologia fa l'80%. Alla fine, anche quando si è studiato tutto il possibile, serve tanta flessibilità. E la gestione del rischio è fondamentale. Non importa partire con grossi capitali, perché se poi prendi rischi eccessivi fai in fretta a trovarti fregato...».

Conferma Emma: «Si deve capire che è una cosa seria, bisogna essere preparati praticamente e psicologicamente. È facile esaltarsi se il guadagno, magari in una sola giornata, supera quello di un mese di lavoro. Ed è un attimo andare nel panico quando ci si ritrova in profondo rosso. La freddezza è tutto e deriva dall'avere un preciso piano di azione e dal tenervi fede». «Altrettanto fondamentale – aggiunge Matteo – è capire il proprio stile: scalper, multiday, multiweek, cassettista e il modo di operare che gli è più consono».

Su una cosa concordano tutti i trader online: non chiamateci giocatori, né speculatori. «Siamo risparmiatori come tanti altri, solo che abbiamo scelto uno strumento più rischioso e questo ci costa molto più impegno, più studio e più attenzione. La speculazione è un'altra cosa».

Federica Ghiselli

© RIPRODUZIONE RISERVATA