«Progetto 2015» di Italcementi
I sindacati: estrema attenzione

All'indomani della presentazione, a Roma, del piano di riorganizzazione «Progetto 2015» che Italcementi attuerà nei siti italiani, i sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil provinciali intervengono con alcune valutazioni unitarie.

All'indomani della presentazione, a Roma, del piano di riorganizzazione «Progetto 2015» che Italcementi attuerà nei siti italiani, i sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil provinciali intervengono con alcune valutazioni unitarie.

Nel piano l'azienda ha proposto il ricorso alla cassa per ristrutturazione dal 1° febbraio 2013 al 31 gennaio 2015, per un totale di 660 persone (di cui circa 200 in bergamasca). Nel dettaglio l'ammortizzazione sociale sarà così ripartita: fino ad un massimo di 430 persone negli impianti di produzione, fino ad un massimo di 200 per la sede del gruppo a Bergamo, fino ad un massimo di 25 per la rete di vendita e 5 persone per la sede di Roma. In contemporanea sarà aperta una procedura di mobilità non oppositiva per accompagnare alla pensione o per facilitare la rioccupazione dei lavoratori.

«La situazione è ancora da approfondire ma alcune prime considerazioni si possono già fare - hanno detto Umberto Giudici per la Filca, Ivan Comotti per la Fillea e Duilio Magno per la Feneal di Bergamo -. A differenza delle volte precedenti, dove gli interventi erano stati singoli (ad esempio la chiusura degli stabilimenti di Porto Empedocle e di Vibo Valentia), ora siamo di fronte ad un piano industriale che ha un orizzonte più complessivo e dunque è maggiore la nostra preoccupazione per le sue conseguenze sociali. Pesanti sono le ripercussioni sui lavoratori e sulle loro famiglie e a preoccuparci è la riduzione del perimetro dell'attività dell'intero Gruppo (Ctg, Clz e Itc), che verrà valutata con estrema attenzione».

«Le elevate professionalità presenti non possono essere penalizzate dall'ossessiva riduzione dei costi del personale. Inoltre, prima di recuperare efficienza gestionale, con conseguente riduzione dei costi sul personale, si devono ridurre le tante consulenze attive in sede Itc, Ctg, Clz, come anche si devono ridurre i lavori affidati alle ditte appaltatrici presenti negli stabilimenti e i compensi degli amministratori e dirigenti del gruppo (che sono aumentati nel 2012). Il ricorso alla mobilità non oppositiva sott'intende che non ci siano esuberi strutturali e pertanto per tutti i lavoratori in esubero temporaneo ci aspettiamo che sia trovata una soluzione».

A proposito della gestione della cassa straordinaria i sindacati sottolineano che «non dovrà essere come quella attualmente in essere: se ci sarà il ricorso alla cassa essa dovrà essere a rotazione con i criteri della fungibilità professionale e non con quello dell'efficacia del lavoratore, inserito arbitrariamente dall'azienda».

A conclusione dell'incontro «abbiamo chiesto all'azienda che ci fornisca i dettagli del piano industriale e che lo completi nelle sue parti mancanti, per permetterci di fare una valutazione definitiva. Nel frattempo il coordinamento nazionale delle Rsu si è dato il compito di rilevare a livello di singola unità produttiva la situazione degli orari e dei carichi di lavoro, la dimensione e il numero dei lavori affidati in appalto a ditte esterne e una maggiore articolazione dell'organizzazione della sede centrale di Bergamo, tutte  informazioni necessarie al confronto previsto per il 19 dicembre di nuovo a Roma per dare avvio alla trattativa in modo completo. Da parte nostra l'intenzione è di riuscire a sottoscrivere un accordo in sede sindacale prima dell'incontro al ministero per l'avvio della nuova cassa, accordo che segni una nuova modalità di gestione di questo percorso, che non ripeta gli errori da noi denunciati nella gestione della cassa integrazione in essere e che ponga al centro di questa ristrutturazione aziendale l'obiettivo della massima riduzione dell'impatto sociale sui lavoratori coinvolti. In questo spirito accogliamo positivamente le dichiarazioni fatte dall'azienda in sede nazionale a proposito della disponibilità a riconoscere integrazioni al reddito ai lavoratori coinvolti e nuove forme di stato sociale integrativo a sostegno delle loro famiglie».

Entrando nel dettaglio di Progetto 2015, i sindacati riferiscono che «per la società Italcementi il piano prevede lo spegnimento dei forni degli stabilimenti di Monselice, Broni e Trieste continuando l'attività solo come centri di macinazione. Al termine dell'anno 2014 ci hanno detto che si valuterà, in relazione all'andamento del mercato, la loro definitiva chiusura. Per gli stabilimenti di Sarche di Calavino, Guardiareggia, Castrovillari, Scafa, e Salerno il funzionamento sarà rallentato e alla necessità si registreranno delle fermate in relazione al mercato. Entro il 2015 questi stabilimenti dovrebbero riprendere il loro ordinario funzionamento. Per gli stabilimenti di Calusco D'Adda, Rezzato, Samatzai, Isola delle femmine, Colleferro e Matera il funzionamento sarà quello attuale e ordinario. Le previsioni di produzione del gruppo per l'anno 2013 si attestano sui 4.3 ml di tonnellate di cemento. Gli investimenti, a detta dell'azienda, ammonterebbero a circa 100 milioni di euro nel biennio 2013 2014, 90 dei quali solo per lo stabilimento di Rezzato».

Per il Ctg «la direzione ha annunciato decisioni radicali: si profila lo spostamento della ricerca da Guerville, periferia di Parigi, all'iLab di Bergamo unificando il centro di ricerca mondiale presso un unico sito; su Ctg un secondo annuncio da parte dell'azienda riguarda la nuova modalità per la costruzione degli eventuali nuovi impianti cementieri appaltando ad aziende esterne il lavoro ‘chiavi in mano', metodo che cambia nella sostanza il ruolo del centro tecnico di gruppo, a cui resterà solamente la funzione di definire gli standard degli impianti e la verifica dei lavori svolti. Apprendiamo dal comunicato aziendale che le persone coinvolte nel processo di ristrutturazione in Ctg saranno al massimo 85 persone».

Per quanto riguarda la Calcestruzzi «l'orientamento (solo brevemente accennato prima) è quello di percorrere la strada della terziarizzazione degli impianti di betonaggio». Per il 20 dicembre (dalle 11 alle 12.30) è già stata programmata un'assemblea dei lavoratori nella sede di Italcementi e di Ctg.

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