Casse in deroga in Bergamasca
Nel 2012 oltre 20mila lavoratori

A poche ore dalla firma dell'accordo Quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013, la Cgil di Bergamo fornisce alcune valutazioni e i dati delle richieste di questa tipologia di ammortizzatore sociale nel nostro territorio e per tutto il 2012.

A poche ore dalla firma dell'Accordo Quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 tra la Regione Lombardia e le parti sociali, la Cgil di Bergamo fornisce alcune valutazioni e i dati delle richieste di questa tipologia di ammortizzatore sociale nel nostro territorio e per tutto il 2012.

Giovedì mattina, infatti, si è tenuta l'ultima seduta mensile della Sottocommissione provinciale sugli Ammortizzatori Sociali per quest'anno: l'organismo ha validato per dicembre 210 domande di Cassa in deroga (richieste che poi dovranno essere autorizzate definitivamente con decreto regionale) di cui 157 prime richieste per il 2012, cioè avanzate da aziende che non hanno fatto ricorso alla Cassa in deroga nell'arco di quest'anno. A novembre erano state validate dalla Sottocommissione di Bergamo 125 richieste. Di queste, 86 erano prime domande per quest'anno.

“In tutto il 2012 si stima che complessivamente oltre 20mila lavoratori siano stati interessati da una richiesta di Cassa in deroga, sia di tipo A che di tipo B” spiega Fulvio Bolis, responsabile del settore del Mercato del Lavoro per la segreteria provinciale della Cgil.

Ricordiamo che la Cassa in deroga di tipo A è quella validata direttamente in Provincia di Bergamo (poi comunque da approvare a livello regionale) e riguarda realtà piccole che non abbiano la possibilità di chiedere altro tipo di ammortizzatore, mentre la Cassa in deroga di tipo B è approvata in sede regionale per piccole realtà che abbiano finito l'utilizzo del tipo A o per realtà anche grandi che abbiano esaurito gli strumenti ordinari di ammortizzazione.

“Per quanto riguarda la Cassa di tipo A le richieste sono state 1.650 per il 2012 (si tenga conto che ciascuna azienda può presentare fino a un massimo di 4 richieste e un singolo lavoratore può essere interessato da più di un periodo di Cassa)” continua Bolis.

“A preoccupare è che nell'ultimo periodo di quest'anno anno –con la conferma dei dati di dicembre- tantissime sono le prime domande, dunque quelle di piccole aziende che mai nel corso dell'anno 2012 avevano fatto richiesta: è la prova che la situazione di difficoltà non è finita e che continuerà nel 2013. Per il tipo B, secondo la Provincia, le richieste del 2012 sarebbero state circa 2mila. Ora, alla luce delle insufficienti risorse stanziate per l'ammortizzatore in deroga, l'accordo firmato oggi purtroppo ha una validità di soli sei mesi, fino al 30 giugno, diversamente dagli altri anni (dal 2009 al 2012) quando si prevedeva una validità di 12 mesi” continua Bolis.

“Restiamo convinti, come già abbiamo detto nelle scorse settimane, che vista l'esiguità delle risorse (110 milioni a fronte di un fabbisogno stimato annuale di 240-250 milioni), sarebbe stato meglio indirizzare i fondi al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga piuttosto che ad improbabili accordi sulla produttività. Siamo seriamente preoccupati anche del fatto che, tra le pieghe della Legge di Stabilità, si stia ragionando dello spostamento delle risorse dal settore della formazione a quello della Cassa in deroga: i soldi sono sempre quelli, quindi corriamo il rischio di avere meno risorse sulla deroga come sulla formazione. Infine vorrei sottolineare che, per come si stanno definendo le modalità di fruizione della Cassa, anche in provincia di Bergamo avremo casi di aziende che, avendo esaurito i periodi di Cassa previsti negli accordi precedenti (e confermati in quello di oggi), corrono il rischio di non poterla più chiedere: si stima che in Lombardia potrebbero essere 5mila i lavoratori a rischio di restare senza Cassa in deroga”.

Per quanto riguarda i licenziamenti che hanno colpito i lavoratori a tempo indeterminato nella nostra provincia, il dato degli iscritti alle liste di mobilità è di 9.104 persone, mentre nel 2011 erano state 7.004.

“I lavoratori interessati alla mobilità nel dicembre 2012 sono 678. In tutto l'arco del 2012, i 9.104 iscritti nelle liste sono per il 29% dei licenziati dell'edilizia, per il 18,8% del settore metalmeccanico e per il 23% di quello di commercio, servizi, alberghi, pulizie e acconciature” continua Bolis. “I lavoratori licenziati da aziende industriali di media e grande dimensione sono stati 2.409, mentre quelli lasciati a casa da realtà piccole, sotto i 15 dipendenti (o sotto i 50 per il commercio) sono stati 6.695. Il numero delle aziende che hanno licenziato e posto in mobilità i lavoratori è aumentato del 20,5% per le aziende medio-grandi e di circa il 53% per le piccole aziende rispetto al 2011. La situazione più grave è quella del comparto edile”.

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