Jannone: auguri agli avversari
Ma i dati Ubi non lo soddisfano

Giorgio Jannone, presidente dell'Associazione Azionisti UBI, intervenuto dopo la chiusura dei mercati borsistici esprime «rispetto e porgo i migliori auguri ai componenti della lista a noi antagonista, espressione degli attuali vertici di UBI».

Giorgio Jannone, presidente dell'Associazione Azionisti UBI, intervenuto dopo la chiusura dei mercati borsistici esprime «rispetto e porgo i migliori auguri ai componenti della lista a noi antagonista, espressione degli attuali vertici di UBI».

«Ma il giudizio di mercati e analisti italiani e stranieri sui dati di bilancio presentati oggi dai vertici di UBI Banca è risultato purtroppo molto chiaro ed è esplicitato dalla sospensione al ribasso del titolo alla Borsa Valori. In sostanza soci e azionisti hanno perduto nelle odierne contrattazioni di borsa molto di più di quanto incasseranno con il risicatissimo dividendo che i vertici UBI intendono proporre all'Assemblea».

«I numeri configurano utili in calo per tutte le attività del gruppo e per ogni singola banca e società controllata, con rare eccezioni. In particolare, l'esercizio 2012 a livello consolidato evidenzia per il Gruppo UBI un utile netto di 83 milioni di Euro, risultato frutto sostanzialmente dell'attività finanziaria (e non della gestione caratteristica) che ha comportato un margine di oltre 250 milioni di Euro, derivante dal trading di titoli in portafoglio (in particolare dello Stato). In assenza di tale margine il risultato dell'esercizio sarebbe stato negativo».

«La deludente performance deriva, infatti, da un deciso peggioramento del margine finanziario, influenzato negativamente dai ridotti margini sulla raccolta, ma anche dalla consistente riduzione degli impieghi (-7% rispetto al 2011). Nonostante il contenimento degli oneri operativi (inferiori di oltre Euro 120 milioni rispetto al 2011), effetto anche della sensibile e dolorosa riduzione del personale (321 dipendenti in meno rispetto all'anno precedente nel solo 2012), la gestione operativa caratteristica (escludendo il suddetto margine da attività finanziaria di trading) peggiora rispetto all'anno precedente di circa 40 milioni di Euro».

«Infine, la Banca ha dovuto aumentare del 40% le rettifiche di valore per il deterioramento dei crediti (stanziati circa 850 milioni di Euro contro i 610 milioni di Euro del 2011) a causa della difficile congiuntura economica, dell'incerta gestione del portafoglio crediti e per il necessario avvicinamento alla best practice del sistema bancario italiano. In conclusione, resta davvero molto da fare e da cambiare e non bastano i toni trionfalistici dei comunicati e delle conferenze stampa per edulcorare e nascondere dati che, come affermiamo da tempo, non possono non preoccupare seriamente dipendenti, soci, analisti e mercati».

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