Ubi Banca, al Centro Congressi
la carica dei 1000 per Moltrasio

Hanno fatto tappa ieri a Bergamo, al Centro congressi «Giovanni XXIII», dopo il debutto a Vertova, gli incontri del comitato «Bergamo Popolare» con gli «Amici di Ubi» in appoggio alla «Lista ufficiale» capitanata da Andrea Moltrasio.

Hanno fatto tappa ieri sera a Bergamo, al Centro congressi «Giovanni XXIII», dopo il debutto a Vertova la settimana scorsa, gli incontri itineranti promossi dal comitato «Bergamo Popolare» con gli «Amici di Ubi» in appoggio alla «Lista ufficiale» capitanata da Andrea Moltrasio, candidato presidente del consiglio di sorveglianza, e da Mario Cera candidato vice.

Un incontro affollato, con la presenza di un migliaio di persone che la sala Oggioni non è riuscita a contenere tutte, tanto che si è reso necessario aprire un'altra sala a un piano superiore. Con Moltrasio e Cera, all'incontro moderato dal portavoce di Bergamo Popolare Ettore Ongis, c'erano anche il presidente del consiglio di gestione di Ubi Emilio Zanetti e il consigliere delegato Victor Massiah.

«Ubi resta una popolare»
È stato Zanetti, nel fare la storia delle acquisizioni e delle incorporazioni degli ultimi anni, a ricordare «che è stata proprio la crescita dimensionale del gruppo a garantirne l'autonomia e l'indipendenza», concetto poi ripreso da Moltrasio. Ma è sul modello cooperativo e popolare che i relatori hanno voluto fin da subito sgombrare il campo da dubbi ed equivoci. «Ubi resta una banca popolare. Punto», ha detto Moltrasio, anche perché «è un modello che funziona», soprattutto se paragonato ai «veri disastri» capitati a quegli istituti passati dalla formula cooperativa alla Spa. Concetto ribadito da Cera: «È certo che Ubi resterà una banca popolare. Quella della Spa è una questione inesistente che nessuno ha mai posto anche perché il gruppo, nonostante la crisi, è rimasto efficiente». Quali - è stato chiesto - i punti di forza e di debolezza di Ubi? Tra i primi la solidità patrimoniale - ha risposto Moltrasio - la liquidità, l'aumentata capacità di penetrazione, il basso profilo di rischio, il basso livello di rettifiche per crediti, la riduzione dei costi operativi. Tra i secondi, i crediti in sofferenza ancora pesanti, la redditività del capitale, i costi elevati del modello federale, anche se sono stati già avviati dei correttivi. Ma, soprattutto, per Moltrasio, va migliorata la «capacità di comunicazione della banca con gli azionisti, i clienti e i dipendenti». Massiah ha ricordato che Ubi è stata una delle poche banche a non chiudere i conti in rosso e a presentare un anche modesto utile e questo anche perché «siamo una banca che fa la banca che non ha mai giocato con i derivati». E poi: «Anche se non è percepito così, il titolo, dal momento dell'aumento di capitale, ha avuto la migliore performance rispetto alle altre cinque principali banche. E Ubi è l'unico istituto ad avere sempre erogato il dividendo».

Risposte più celeri alle imprese
Massiah da una parte ha evidenziato che «l'accordo sindacale con il personale oggi è un modello per le altre banche» dall'altra ha fatto cenno a quel problema enorme costituito dai due miliardi di euro di prestiti che in tre anni «non sono tornati alla banca», per questo bisogna studiare un nuovo modello «che consenta alla banca di non perdere e alle imprese di ripartire». Ma alle imprese - ha insistito Moltrasio rispondendo a un imprenditore - «occorre garantire una velocità nella risposta». Si è parlato anche della grave crisi immobiliare e delle soluzioni che la banca sta studiando per le giovani coppie che cercano casa, e, infine, il coordinatore Fabi in Ubi Paolo Citterio ha sollecitato Moltrasio a dare un segnale forte sul tema della valorizzazione del personale: «Le persone - ha risposto il candidato presidente - fanno la differenza tra un istituto e l'altro. Se la forte identità del personale si è andata un po' disperdendo, occorre ripristinarla». Intanto sono state riqualificate 700 persone con mansioni di capo filiale e dal 2010 il gruppo ha comunque assunto 1.074 persone, 900 con un ruolo di base e circa 150 figure specialistiche.

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