Confindustria lancia l'allarme:
il sistema produttivo non tiene più

Nella sede milanese della federazione, le dodici associazioni territoriali di Confindustria Lombardia, con il sostegno di Ance Lombardia, hanno lanciato un forte allarme sulla tenuta del sistema produttivo e sociale della regione.

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi lunedì mattina nella sede milanese della federazione, le dodici associazioni territoriali di Confindustria Lombardia, con il sostegno di Ance Lombardia, hanno lanciato un forte allarme sulla tenuta del sistema produttivo e sociale della regione.

In un contesto in cui la produzione industriale ha subito un calo del 3,7% e i consumi interni si sono contratti del 3,2% rispetto al 2011 (dato Prometeia), i rappresentanti delle 19.000 imprese lombarde hanno deciso di ribadire con la massima enfasi quanto affermato dal Presidente Squinzi sull'urgenza di dare al Paese un Governo stabile – superando i veti ideologici in atto - che metta al centro i temi della crescita e prenda immediatamente decisioni concrete.

“E' necessario che tutti, specialmente chi ha responsabilità politiche, prendano davvero coscienza del momento drammatico – ha dichiarato Alberto Barcella, Presidente di Confindustria Lombardia - Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,9%, arrivando a toccare il 25% (dati Istat) per quanto riguarda la componente più giovane e l'utilizzo della Cassa integrazione nelle sue diverse forme è aumentato del 7,5% (dato INPS). Il credito al settore produttivo si è ridotto del 4,9% (dato Bankitalia, agosto 2012) e il sistema dei confidi è sfiancato dal sostegno ai bisogni di liquidità delle imprese e dall' aumento delle sofferenze”.

“Se anche la parte più rappresentativa e avanzata del Paese, la Lombardia, mostra sintomi così gravi – ha continuato Barcella - non si può perdere un solo minuto per intervenire in maniera concreta”.

Due sono i piani d'azione richiesti dal mondo delle imprese: uno per gestire l'emergenza - sul quale agire immediatamente e con decisione – l'altro per garantire una crescita duratura, da progettare con coerenza e costanza, che possa condurre ad un vero e proprio “riscatto nazionale”. Il piano per gestire le emergenze riguarda - in primis - lo sblocco dei debiti pregressi della P.A., un provvedimento la cui attuazione, come richiesto fortemente da Confindustria, deve garantire modalità semplici, efficaci e vincolanti, evitando negligenze e comportamenti dilatori. Di fondamentale importanza anche il reperimento delle risorse necessarie a finanziare la cassa in deroga e il sostegno ai confidi, per agevolare l'accesso al credito delle imprese.

“Gli impegni presi dal Presidente Maroni di mettere allo studio la possibilità di anticipare i fondi necessari per il finanziamento della cassa in deroga e di attuare lo smobilizzo dei crediti delle PMI verso gli enti locali lombardi – è intervenuto Barcella - dimostrano che il Governo Regionale, oggi nostro unico riferimento amministrativo certo e operativo, può ben fare la sua parte e svolgere la sua funzione essenziale di supporto alle imprese operando sia verso lo Stato centrale che verso le altre amministrazioni locali. Ma, con opportune riallocazioni di bilancio, attuando le semplificazioni e le sburocratizzazioni e grazie alle opportunità offerte dai Fondi e dalle Istituzioni europee, può fare molto di più”.

“Bisogna inoltre proseguire con accanita determinazione nella realizzazione delle infrastrutture già avviate – ha continuato Barcella - garantendo la prosecuzione delle opere che si trovano in fase di stallo, minacciando anche il successo di Expo 2015, spesso non solo per mancanza di fondi ma anche per i vincoli posti dal patto di stabilità interno. Anche qui il supporto regionale, magari con l'intervento di Finlombarda, potrebbe svolgere un ruolo determinante”.

Durante la conferenza stampa sono inoltre emerse alcune delle tematiche che tutto il sistema di Confindustria è impegnato ad affrontare: - scongiurare i negativi effetti che deriverebbero, nei prossimi mesi, dall'innalzamento al 22% dell'aliquota ordinaria Iva, dall'aumento delle addizionali locali all'Irpef, dell'Imu sugli immobili industriali e dall'introduzione della Tares, soltanto rimandata, che costerà di più rispetto alla precedente tassa raccolta rifiuti - ridurre il cuneo fiscale sul lavoro - rivedere i meccanismi della cosiddetta Riforma Fornero per contribuire, sul piano normativo, a ricreare condizioni favorevoli alla ripresa dell'occupazione.

Tutti i presidenti hanno poi ribadito che l'appuntamento di Torino del 12 e 13 aprile “Un'Italia industriale in un'Europa più forte” sarà l'occasione per ribadire le urgenze e le necessità delle imprese in un quadro più ampio e condiviso di interesse nazionale ed europeo e per declinare le proposte e le soluzioni possibili per l'immediato futuro.

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