Andrea Moltrasio, il profilo

È stato il più giovane presidente dell'Unione industriali di Bergamo (lo è diventato nel 2001 a 44 anni) e oggi è probabilmente uno dei meno vecchi dirigenti bancari del Paese.

È stato il più giovane presidente dell'Unione industriali di Bergamo (lo è diventato nel 2001 a 44 anni) e oggi è probabilmente uno dei meno vecchi dirigenti bancari del Paese. Dall'industria alla banca, questa la parabola del nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi. Classe 1956, Andrea Moltrasio, dopo il liceo classico Sarpi, si è laureato in Ingegneria chimica al Politecnico di Milano per poi conseguire il Master of Business Administration alla School of Business dell'Università di Santa Clara, in California.

Oggi è consigliere delegato della Icro Coatings (smalti e vernici per legno e plastica) e della Clinica Castelli. Dal 2005 al 2010 è stato vicepresidente di Confindustria nazionale con delega all'Europa. È stato anche presidente di BergamoScienza. In Ubi Banca è stato membro del consiglio di sorveglianza dal 2007 al 2010; e fino a ieri era membro del consiglio di gestione del gruppo. È anche presidente di Centrobanca.

Prima di diventare presidente degli industriali, è stato, dal 1991 al 1994, vicepresidente durante la presidenza di Mario Mazzoleni che oggi dice di lui: «Lo conosco da quando è nato ma l'amicizia tra le nostre famiglie non mi fa velo: l'ho visto crescere e realizzare i suoi obiettivi e posso dire che è sempre stato eccellente in tutto: negli studi (ha una bella cultura generale), nell'attività imprenditoriale, come presidente degli industriali bergamaschi e vicepresidente nazionale di Confindustria, anche se la presidente Emma Marcegaglia tendeva ad avocare a sé i meriti ed è stata ingenerosa nei suoi confronti, e anche nella creazione di Bergamo Scienza. Per questo mi dà tranquillità l'incarico al quale è stato chiamato: sarà sicuramente all'altezza del compito».

Anche per l'avvocato Mario Caffi è «l'uomo giusto»: «È il mio allievo ideale, un laico repubblicano dalla fortissima personalità, dalla vasta e cosmopolita cultura, dalla notevole ambizione che ha saputo tradurre in progetti positivi per il territorio, e BergamoScienza ne è la dimostrazione: l'unica manifestazione di carattere nazionale e internazionale di Bergamo. In passato è stato un buon presidente degli industriali. La sua caratteristica è quella di fare team». Qualche difetto? «Un carattere molto forte e quindi talvolta non morbidissimo. Ha avuto anche lui qualche contrasto, anche se l'ha sempre affrontato con stile e signorilità essendo una persona dalla grande correttezza».

Anche dal fronte opposto, quello sindacale, non mancano giudizi positivi su Moltrasio. Mario Gualeni, all'epoca in cui Moltrasio era presidente degli industriali, era il segretario provinciale della Cisl: «Lo ricordo come persona preparata, disponibile, pragmatica. E con una mentalità aperta. Non stava a guardare ai principi astratti, soprattutto se vedeva che questi potevano ostacolare soluzioni concordate. Per questo, considero Moltrasio la persona adatta a raccogliere l'eredità di Zanetti per dare prestigio alla banca salvaguardando la territorialità della banca». E per Maurizio Laini, allora segretario provinciale della Cgil, lo dipinge come «persona concreta e post ideologica: è stato un ottimo presidente degli industriali». E spiega il curioso feeling creatosi allora tra industriali e Cgil: «Da due fronti diversi abbiamo provato ad immaginare il futuro del territorio bergamasco, da Bergamo Sud all'aeroporto, dal Tram delle valli all'Università. È stato anche un buon vicepresidente nazionale di Confindustria, molto diverso da un Bombassei. E ora potrebbe essere un buon banchiere per le sue doti di uomo del territorio con importanti relazioni nazionali e internazionali». Pecche, nessuna? «Qualche spigolosità qualche volta è emersa, ma l'uomo lavora con la sua testa e difende il suo pensiero. Mi ricordo una trattativa sindacale, lui era vicepresidente degli industriali, io avevo voluto introdurre un elemento innovativo su formazione e mercato del lavoro chiedendo uno sforzo suppletivo allo stato maggiore confindustriale che però si era opposto con l'eccezione di Moltrasio che aveva aperto a un supplemento di confronto. La riprova del suo pragmatismo».

Così ha fatto per BergamoScienza. «È sempre stata sostenuta da lui come presidente degli industriali - ricorda Mario Salvi, attuale presidente dell'associazione che organizza il festival scientifico - perché riteneva fosse un'operazione interessante. Quindi è diventato presidente della nostra associazione e questo ci ha permesso di istituzionalizzarci. È una figura pienamente rappresentativa del territorio: brillante, sempre aperto all'innovazione, e ha sposato la divulgazione scientifica a tutto tondo». Beppe Facchetti sottolinea, dell'uomo, «la competenza, la cultura, la visione internazionale e la capacità di relazioni politiche. Era in corsa anche per fare il sindaco di Bergamo ma la cosa non si è concretizzata». Anche se, da buon liberale (è stato deputato del Pli), avanza un rilievo: «È sempre stato un po' elitario, come, del resto, lo erano un po' tutti i repubblicani: loro la sapevano sempre più lunga di tutti...», dice sorridendo. Ma Facchetti evidenzia anche la grande occasione mancata di Moltrasio: la presidenza nazionale di Confindustria: «Montezemolo lo voleva alla guida ma, a un certo punto, lui ha rinunciato. Peccato, era già riuscito a mettere insieme le 15 associazioni industriali ad alta vocazione manifatturiera, aveva tutte le caratteristiche per fare bene». Su questo episodio Mazzoleni dà la sua versione: «Montezemolo se l'è coccolato per anni lasciando intendere che sarebbe stato il suo delfino; poi, quando è scesa in campo la "lady di ferro" Emma Marcegaglia (quella vera ci ha da poco lasciati), Luca ha cambiato orientamento. Andrea ha capito l'aria che tirava anche perché nel frattempo era scattata una campagna mediatica di pesanti attacchi contro di lui, e così ha preferito ritirarsi». Un po' diverso il parere di Caffi: «Moltrasio non ha mancato l'obiettivo di presidente di Confindustria nazionale ma ha scelto il mondo bancario. E a me sembra che sia più adatto a fare il banchiere». Ora lo vedremo all'opera.
P. S.

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