Crisi, 6 famiglie su 10 al discount
Meno visite mediche e analisi

Negli ultimi 5 anni più di 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nell'ultimo anno tale quota è aumentata di quasi 9 punti percentuali. L'Istat spiega che oltre 7 famiglie su 10 (71%) hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati. Tu a cosa rinunci? Commenta

Si svuota il carrello della spesa anche per i prodotti base per l'alimentazione, dalla frutta (-4%) agli ortaggi (-3%), dal grana padano (-7%) al parmigiano reggiano (- 3%) fino alla carne bovina che registra un calo delle macellazioni del 7% nel primo trimestre nel 2013.

È quanto stima la Coldiretti, nel sottolineare che la situazione di disagio degli italiani è confermata dal fatto che sei italiani su dieci hanno fatto la spesa al discount con un aumento del 9% secondo l'Istat.

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Gli italiani - sottolinea la Coldiretti - sono stati costretti a cambiare la spesa dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Le preoccupazioni, secondo la Coldiretti, riguardano anche il fatto che l'Italia è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che per tentare di contenere i costi nei cibi in vendita, vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità.

Numerosi segnali evidenziano un abbassamento del livello qualitativo degli alimenti acquistati dagli italiani, come ad esempio il raddoppio in 10 anni delle importazioni (27,3 milioni di chili nel 2012) dei formaggi similgrana dall'estero.

Non va peraltro dimenticato che nel 2012 si è registrato un aumento del 9% delle famiglie che hanno chiesto aiuto per mangiare, con un totale di ben 3,7 milioni di persone assistite con pacchi alimentari e pasti gratuiti nelle mense.

Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando - precisa la Coldiretti - un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti a sfamarsi che erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto il massimo di 3,7 milioni nel 2012.

L'Istat e il Codacons
Secondo il presidente dell' Istat Enrico Giovannini oltre sette famiglie su 10 (71%) negli anni della crisi hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati, eliminando quasi del tutto le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie.

Negli ultimi 5 anni più di 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nell'ultimo anno tale quota è aumentata di quasi 9 punti percentuali. Per il Codacons si tratta di dati drammatici, che confermano quanto l'associazione va dicendo da anni: «gli italiani non hanno più soldi. Le riduzioni in quantità di spese necessarie come quelle alimentari e mediche provano che gli italiani vivono come nel dopoguerra, a caccia di soldi per poter comperare cibo. Dopo averle provate tutte dal 2002 al 2007, eliminando sprechi, intaccando i risparmi, indebitandosi, andando a caccia dei prezzi più vantaggiosi, rinviando a tempi migliori le spese superflue, dal 2007 ad oggi le famiglie sono state costrette a ridurre persino l'acquisto di cibo in quantità: -3% nel 2012».

«Una fotografia drammatica e impietosa, che richiede al prossimo Governo una svolta: alzare le tasse per banche, compagnie petrolifere, speculatori finanziari, andare a caccia degli evasori e abbassare le tasse sul ceto medio, che oggi è ormai ceto povero. È inaccettabile - conclude il Codacons - aumentare l'Iva al 22%, considerato che il gettito previsto dal Governo è, a regime, pari a quei 4 miliardi appena prestati a Mps».

Si è cominciato nel 2008
La crisi continua a svuotare frigoriferi e dispense, e non lo fa da oggi. Tra il 2008 e il 2012, cioè da quando è iniziata la fase recessiva dell'economia, le famiglie hanno ridotto il budget a disposizione per la spesa alimentare di oltre 12 miliardi, al netto della dinamica dei prezzi.

Un fenomeno progressivo che si è radicalizzato nell'ultimo anno, con le famiglie che si sono trovate a far fronte all'aumento esponenziale degli oneri fiscali mentre sono crollati ancora redditi e potere d'acquisto.

Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai numeri drammatici evidenziati in audizione dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini. Purtroppo non stupisce che ben il 71% delle famiglie con la crisi ha dovuto tagliare su cibo e sanità, "beni" primari, e che oggi più di 6 famiglie su dieci fanno la spesa nei discount pur di risparmiare - osserva la Cia -. Vuol dire che gli italiani si trovano in una condizione di sofferenza estrema, tale da ricordare i tempi di guerra.

Lo dimostrano anche i dati Agea, che fotografano un aumento preoccupante degli indigenti, in crescita del 33% tra il 2010 e il 2012. Inoltre, anche se nel 2012 non frena l'ascesa incredibile del segmento "bio" (+7,3%) a dispetto del calo dei consumi alimentari convenzionali (-3%), cambia radicalmente la modalità d'acquisto, che si orienta sul low cost.

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