Sartirani Legnami punta all'export
Guardando verso il nord Africa

Lavora sulla filiera corta per valorizzare risorse e manodopera bergamasche, la Sartirani Legnami di Mozzo, ma sogna di volare all'estero alla ricerca di nuovi mercati per le abitazioni in legno. magari in nord Africa.

Lavora sulla filiera corta per valorizzare risorse e manodopera bergamasche, la Sartirani Legnami di Mozzo, ma sogna di volare all'estero alla ricerca di nuovi mercati per le abitazioni in legno.

«Con un pool di aziende stiamo perfezionando l'opportunità rappresentata del nord Africa - racconta Andrea Sartirani, 45 anni, oggi a capo dell'azienda di famiglia nata nel 1946 -. La dimensione della mia azienda è piccola e, quello del mercato estero, è un passo che posso permettermi solo in collaborazione con altre imprese. Abbiamo pensato al nord Africa perché la popolazione è giovane, molti sono emigrati per lavorare in Europa per un certo periodo e, una volta rientrati nei Paesi d'origine cercano di migliorare la qualità di vita, a cominciare proprio dalla casa. Le abitazioni in legno sono un buon inizio anche perché Marocco, Algeria, Tunisia sono aree prevalentemente secche e il clima per la conservazione del legno è ideale. È un progetto che pensiamo di concretizzare a breve».

Per il momento però il mercato della Sartirani Legnami - cinque dipendenti e 900 mila euro di fatturato - si è stabilizzato al 90% in Italia, tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Nata nel 1946 a Valbrembo la segheria, oggi alla quarta generazione, sul finire degli anni '60 si è trasferita, ampliando la sede, nel vicino comune di Mozzo, dove ha continuato a produrre legname per imballaggi e successivamente per pavimenti, solai, tetti, fino alle attuali strutture finite per abitazioni.
Sempre presente un punto fermo: sostenibilità ambientale e sociale, attraverso la filiera corta. È in quest'ottica la scelta di acquistare il 50% del legno, che poi viene lavorato nella segheria di Mozzo, da boschi situati in un raggio massimo di 70 chilometri. «Così creiamo nuovi posti di lavoro nella Bergamasca - continua - mantenendo inalterato il bagaglio di competenza dei nostri boscaioli. Ogni pianta, ogni singolo tronco ha una sua caratteristica. Tutta la tecnologia attuale non è sufficiente se non c'è l'esperienza della materia prima».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 5 maggio

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