Fra concordati e adempimenti
Crisi, è coda dai commercialisti

Ancor di più negli ultimi anni, il commercialista è in trincea a fianco dell'imprenditore. «È un ruolo il nostro - dice il segretario dell'Ordine dei commercialisti -  sempre più delicato. Anche per l'impressionante escalation di procedure seguite alla crisi».

Ancor di più negli ultimi anni, il commercialista è in trincea a fianco dell'imprenditore. «È un ruolo il nostro - dice il segretario dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Bergamo, Maria Rachele Vigani -  sempre più delicato, non soltanto per l'impressionante escalation di procedure seguite alla crisi, ma per la mole sempre più opprimente di adempimenti che ogni azienda è obbligata ad assolvere».

Un clima pesante quelloche accompagna le tante ore trascorse in studio ad assistere il cliente, a consigliarlo sulle mosse utili o necessarie. «Il nostro ruolo è quello di restare il più asettici possibili per poter consigliare al meglio, anche se non è facile, di fronte a situazioni drammatiche che a volte comportano la messa in liquidazione di un'azienda, magari di terza o quarta generazione, mantenere un atteggiamento impassibile».

Una cosa è certa: se fino a qualche anno fa il rapporto tra imprenditore e commercialista si limitava a qualche incontro, scandito dalle scadenze di bilancio, «oggi la frequentazione è quasi settimanale - spiega Vigani - ed è cresciuta insieme alle difficoltà dettate dalla crisi e dalla burocrazia».

E se un tempo il professionista lavorava spesso da solo, «oggi è cresciuta di molto l'incidenza degli studi associati, dove ciascun professionista si specializza su un particolare filone - ricorda il presidente dell'Ordine Alberto Carrara - favorendo sinergie tra colleghi, per dare al cliente un servizio sempre più completo».

Sui tavoli degli oltre 1.200 commercialisti della provincia sono passati dossier impensabili fino a prima di sei anni fa. Leggi quali su L'Eco di Bergamo del 31 maggio

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