Bonus anche per l'arredamento
Soddisfazione pure da Bergamo

Via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Legge che proroga il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie del 50% sino al 31 dicembre 2013, estendendo l'agevolazione anche agli arredi. Viene dunque accolta la proposta di Federmobili Confcommercio Imprese Italia e FederlegnoArredo.

Via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Legge che proroga il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie in misura del 50% sino al 31 dicembre 2013, estendendo l'agevolazione anche agli arredi. Viene dunque accolta la proposta di Federmobili Confcommercio Imprese Italia e FederlegnoArredo, che insieme alle altre più importanti associazioni del settore, hanno chiesto con forza questo tipo di intervento a sostegno del settore dell'arredamento e della casa in generale.

La proposta, sostenuta anche da Rete Imprese Italia, si è fondata, da un lato, sulla consapevolezza che quello dell'edilizia è il «volano» essenziale per poter far ripartire il motore dell'economia nazionale, trattandosi di uno dei comparti produttivi più importanti per la crescita del Pil; dall'altro lato, sulla convinzione che l'estensione della detrazione ai mobili può potenziare notevolmente l'efficacia della misura in termini di impulso alla crescita economica del nostro Paese.

«Accogliamo con molto favore l'approvazione del bonus di ristrutturazione anche per gli arredi - afferma Lorenzo Cereda, presidente del Gruppo Mobili e Arredamento di Ascom Bergamo -. Lo scorso dicembre avevamo rilanciato con forza al Governo, insieme a FederlegnoArredo, Confartigianato Legno Arredo, Cna Produzione, Ance e i sindacati Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, la proposta di estendere la detrazione Irpef del 50% agli arredi destinati alle abitazioni oggetto di interventi di ristrutturazione per garantire un incremento dei consumi nazionali di arredamento con evidenti benefici a "cascata" su numerosi altri settori».

«Siamo certi che questa misura può garantire una ripresa dei consumi in uno dei settori vitali del Made in Italy salvando decine di migliaia di posti di lavoro e senza alcun incremento dei costi per lo Stato. Per di più, aumenta l'efficacia stessa del provvedimento sul settore edile, offrendo uno stimolo effettivo, e non presunto, ad avviare le pratiche anche per piccole ristrutturazioni».

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