«Stipendi, il potere d'acquisto
ha perso fino al 10 per cento»

«Negli ultimi dieci anni siamo diventati tutti un po' più poveri: il potere d'acquisto degli stipendi si è ridotto anche del dieci per cento. Ed, ormai, il ceto medio non esiste più». È quanto sostiene Mario Vavassori. E tu cosa ne pensi?

«Negli ultimi dieci anni siamo diventati tutti un po' più poveri: il potere d'acquisto degli stipendi si è ridotto anche del dieci per cento. Ed, ormai, il ceto medio non esiste più». È quanto sostiene Mario Vavassori, già fondatore e amministratore delegato di Od&M, la società di Bergamo che negli ultimi dieci anni ha raccolto ed elaborato i dati relativi a quasi due milioni di profili retributivi.

Ed è anche una delle tesi centrali del volume «Senza soldi. Sottopagati, disoccupati, precari. Ma Paperoni e furbetti se la godono» (edizioni chiarelettere), che Vavassori e Walter Passerini, giornalista specializzato in economia ed editorialista de «La Stampa», hanno appena pubblicato.

E tu cosa ne pensi?

Vavassori, cosa emerge dal vostro studio?
«In dieci anni siamo diventati tutti un po' più poveri. Nonostante il lavoro non sia mancato, tranne che nell'ultimo periodo, e una relativa pace sociale, siamo scivolati lentamente verso un livello di povertà generalizzato».

Anche a causa di un'evoluzione negativa dei salari?
«Da un punto di vista nominale no, ma sul piano sostanziale sì. I valori assoluti dei salari sono cresciuti: un operaio nel 2002 percepiva 18.000 euro lordi, nel 2012 ne percepiva 22.500, ma l'incremento è stato interamente azzerato dall'aumento dei prezzi. Lo stesso vale per gli impiegati: il loro stipendio è cresciuto del 22 per cento, ma l'inflazione ha eroso il corrispettivo di 33 punti percentuali».

C'è il rischio di una rivolta sociale?
«Non credo: la situazione è molto difficile, ma c'è anche molta responsabilità. Mi sembra di cogliere il desiderio di "uscirne vivi" mettendo insieme le forze: ai livelli più bassi stanno reggendo i legami sociali e il senso di appartenenza alla propria comunità».

Chi ha perso e chi ha guadagnato in questi anni?
«Hanno perso tutti. Se prendiamo come riferimento l'inflazione di base, vediamo che i quadri, al netto dell'inflazione, hanno avuto un incremento retributivo di quasi il cinque per cento, mentre dirigenti e operai sono usciti alla pari e gli impiegati hanno perso il due per cento. Ma se prediamo come indicatore il "carrello della spesa" tutti hanno perso: il potere d'acquisto delle retribuzioni dei quadri si è ridotto del 3 per cento, quelle dei dirigenti e degli operai dell'8,5 per cento e quelle degli impiegati del 10 per cento».

Come è messo il ceto medio?
«Non c'è più. Forse non è scomparso completamente, ma il paradigma classico del ceto medio identificato, ad esempio, nell'impiegato di banca, così come lo abbiamo conosciuto in questi anni, non c'è più: anche lui, ormai, sente mordere la crisi, è preoccupato, sente parlare di razionalizzazione. Se questa è la classe media privilegiata, figuriamoci le altre».

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