Coldiretti, a rischio la colazione
con il latte «made in Bergamo»

Garantire ogni giorno una colazione sana e di qualità per oltre tre anni a tutti i cittadini bergamaschi. E' la potenzialità della produzione annua degli allevamenti della provincia, 1.410.883.000 tazze di latte che però ora rischiano di essere spazzate via.

Garantire ogni giorno una colazione sana e di qualità per oltre tre anni a tutti i cittadini bergamaschi. E' la potenzialità della produzione annua degli allevamenti della provincia, 1.410.883.000 tazze di latte che però ora rischiano di essere spazzate via dall'accordo recentemente stipulato da Confagricoltura e Cia con la parte industriale e non sottoscritto da Coldiretti perché giudicato iniquo. Un'intesa che non basta neppure a coprire i costi di produzione e che quindi pregiudica il futuro delle circa 900 stalle che operano sul nostro territorio.

“La preoccupazione tra i nostri associati è tangibile e purtroppo comprensibile – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Albertro Brivio -; l'accordo voluto da Confagricoltura e Cia ha fissato la remunerazione di un litro di latte per i prossimi sei mesi (da agosto 2013 a gennaio 2014) a soli 42 centesimi e quindi non basta neppure a coprire i costi di produzione che sono almeno di 43 centesimi al litro, condannando le aziende a lavorare in perdita. Grazie a questi accordi capestro invece gli industriali si tengono ben stretti, anzi aumentano, i loro utili”.

La Coldiretti provinciale denuncia che si è venuto a creare un quadro fortemente critico per la zootecnia da latte. “I costi sono alle stelle - puntualizza Brivio -; i prezzi di alcuni fattori di produzione, come le materie prime utilizzate per l'alimentazione del bestiame, sono leggermente diminuiti negli ultimi giorni, ma dopo avere avuto un'impennata nei mesi precedenti. I carburanti, l'energia e la manodopera hanno invece fatto registrare un continuo rialzo dei costi. Bisogna poi considerare che, visti i tre mesi persi per arrivare a questo risultato (il precedente accordo era scaduto a fine aprile), il periodo su cui spalmare l'intesa è di nove mesi e pertanto la media del prezzo scende a 41,33 centesimi al litro”.

Il malcontento di gran parte del mondo agricolo deriva soprattutto dal fatto che c'erano tutte le condizioni per poter arrivare a un risultato più giusto per i produttori. “Da quando è scaduto l'ultimo accordo sul latte ad aprile – sottolinea Brivio – abbiamo messo in atto svariati tentativi per ricondurre l'industria acquirente a valutare le nostre proposte che semplicemente seguivano l'andamento di mercato del latte che già dal mese di maggio quotava sopra i 43 cent. sia il nazionale che l'estero, nelle Camere di Commercio di Lodi e Verona (oggi il prezzo del latte spot è superiore ai 47 cent al litro), mentre i listini internazionali proponevano aumenti, dei prodotti succedanei al latte (polvere di latte, burro,ecc.), in un anno mediamente del 50 %. Anche il mercato dei formaggi DOP è sostanzialmente positivo con una sostenuta ricerca di latte per alcune DOP (Gorgonzola)”.

La Coldiretti era intervenuta nei mesi scorsi anche con un esposto alla Autorità Garante per la Concorrenza del Mercato (così come previsto dalla legge 27 /12 art. 62.) per manifestare l'ingiustizia che si stava compiendo ai danni degli allevatori stante i costi di produzione dichiarati da Istituti terzi, ben al di sopra del valore riconosciuto ai produttori per il latte alla stalla. “In fase di trattativa - rincara il direttore di Coldiretti Bergamo Gianfranco Drigo – la nostra richiesta era di almeno 43 centesimi al litro. La differenza può sembrare ininfluente, ma non è così. Con un solo centesimo in più sarebbero arrivati al sistema latte della nostra provincia altri 4 milioni di euro, una boccata di ossigeno che avrebbe permesso loro di far quadrare i bilanci con meno difficoltà in un periodo in cui la crisi sta picchiando veramente forte. Questa situazione non riguarda solo i produttori ma anche i cittadini perché è in gioco anche la loro possibilità di poter consumare il latte del territorio in cui vivono, con tutto ciò che ne consegue in termini di tutela ambientale e occupazione”.

Coldiretti Bergamo per rispondere alle legittime istanze degli allevatori metterà in campo tutte le azioni che riterrà necessarie per valorizzare in modo equo il prezzo del latte nel momento in cui verranno sottoscritti i vari accordi a livello territoriale. Dopo aver spedito una lettera ai propri associati per illustrare i motivi della scelta fatta di non sottoscrivere l'accordo, sta programmando alcuni incontri per analizzare la situazione e per organizzare iniziative di sensibilizzazione verso i consumatori previste per la fine di agosto.

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