Economia, contro la crisi
il lavoro si salva solo con l'export

Ci sono 14.160 assunzioni a fronte di 17.670 licenziamenti, con un saldo negativo di 3.510 unità. Sono dati della Camera di commercio di Bergamo, che evidenzia più assunzioni stagionali. Crea occupazione chi esporta e rinnova.

Se la crisi è un tunnel, a indicare a quale altezza ci troviamo sono anche le previsioni sull'occupazione nel 2013. E le stime indicano 14.160 assunzioni a fronte di 17.670 licenziamenti, con un saldo negativo di 3.510 unità. A pesare su quest'ultimo dato, stando all'indagine Excelsior della Camera di commercio di Bergamo, sono in particolare i posti di lavoro dipendente persi: ne sono infatti previsti 13.540, pari a un saldo negativo di 3.380 unità.

Se i contratti a tempo indeterminato e determinato sembrano perdere terreno, a far salire la quota di entrate previste sono le assunzioni stagionali, che passano dalle 1.400 stimate nel 2012 alle 2.040 di quest'anno. In particolare nei settori alimentare (59,3%), del turismo e della ristorazione (41,5%) e delle costruzioni (30%).

Crea occupazione chi esporta e rinnova, le aziende in cerca di nuove leve si riconoscono dalla «dimensione»: più sono grandi, più assumono (68,5% stando ai dati 2012), anche perché il turnover è più elevato. Nelle «piccole» - parliamo di imprese con meno di dieci dipendenti - la percentuale scende al 9%, nelle medie sfiora il 19%. E sono le industrie alimentari (uno dei comparti che ha tenuto più testa alla crisi), con oltre il 20%, ad assorbire più personale.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 29 agosto

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