Come spiega ancora Mazzola, «la società ha annunciato un piano riorganizzativo delle sue attività a Bolgare che prevede la cessazione delle attività in una delle due sedi operative». In pratica, continua il sindacalista, Natura.com ha intenzione di dismettere le attività svolte nella struttura di via Europa («che è in affitto») per concentrarsi nella sede di via Passerera («che invece è di proprietà»).
Questa riorganizzazione però, come detto, comporta l'eccedenza di 86 addetti. «Queste cifre sono da sole molto significative: in pratica viene tagliato circa il 60% dell'organico. Ma il problema aumenta la sua portata sociale tenuto conto che in azienda la maggioranza dei dipendenti sono extracomunitari: in particolare indiani». Come spiegato dall'azienda ai sindacati nel corso di un incontro, il mercato della Quarta gamma (quella dei prodotti lavati e pronti al consumo) nel solo 2008 in generale ha registrato una contrazione del 3,2% in Italia: «Per Natura.com, ci è stato detto, la flessione in un anno si è attestata intorno al 30% passando da un fatturato di 24 milioni nel 2007 a 16,9 milioni nel 2008».
Nell'ambito della discussione il sindacato ha chiesto all'azienda di «soprassedere all'apertura della procedura di mobilità, in modo tale da poter affrontare la discussione sulla riorganizzazione a 360 gradi, ma senza la spada di Damocle dei licenziamenti». Una richiesta che - spiegano dal sindacato - l'azienda suo malgrado non ha potuto accogliere in quanto «le attuali condizioni di difficoltà cominciano ad influenzare negativamente anche la situazione finanziaria dell'azienda». I sindacati hanno convocato un'assemblea con i lavoratori per il prossimo 12 marzo: «Con loro condivideremo quanto illustratoci dall'azienda e con loro definiremo le iniziative e le strategie da portare avanti in vista poi dell'incontro con l'azienda che è stato fissato per il 17 marzo». Come conclude Mazzola, «l'impegno del sindacato sarà sicuramente quello di verificare la possibilità di ridurre la portata numerica degli esuberi nell'ambito dell'annunciato piano di riorganizzazione: di certo, è innegabile che i "tagli occupazionali" proposti sono ben superiori rispetto al calo del 30% del fatturato che ci è stato presentato».
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