La Cisl scrive a Brunetta:
«I suoi solo annunci a effetto»

«Cortese Ministro Brunetta, mi auguro che questa volta risponda alla nostra lettera, sperando che “repetita juvant” ovvero che a forza di ripetere le cose si possano evitare le incongruenze delle rilevazioni da lei effettuate in tema di assenze per malattia per i dipendenti pubblici». Inizia così la lettera che il segretario generale della Fps Cisl di bergamo. Giuseppe Di Mezza, ha inviato a Brunetta dopo che il ministro ha reso noto i risultati ottenuti nelle assenze nella pubblica amministrazione dopo i suoi interventi.

«Siamo stanchi - continua Di Mezza - di ripetere il solito refrain. Già il 30 marzo scorso eravamo intervenuti sui presunti assenteisti dipendenti del Comune di Caravaggio ribadendo che non era possibile generalizzare con una arida percentuale le variazioni delle assenze per malattia, ed infatti un ente che passava da 1 giorno di malattia a 2 aveva un incremento del 100%. Nelle nuove tabelle inserite sul sito del ministero della pubblica amministrazione ed innovazione troviamo delle nuove tabelle che portano a parlare di falcidia dei finti malati. Anche in questo caso caro ministro, sembra che l’importante per LEI sia di tirare fuori numeri che fanno notizia e che permettono di poter essere costantemente sulla cresta dell’onda, di poter dispensare giudizi sommari ed inopportuni che servono solo ad intorbidare il clima».

«Sia ben chiaro: NOI vogliamo cambiare in meglio la pubblica amministrazione, ma questo non si fa con il dirigismo o con i diktat. Nelle ultime tabelle, cortese ministro, è evidente la volontà di usare solo numeri che permettono annunci ad effetto. Non è pensabile che per enti pubblici come il Comune o la Provincia di Bergamo che per il mese di maggio 2008 hanno una percentuale di assenze che oscillano dal 3,6% al 3,3% e che nel corrispondente mese del maggio 2009 si è ridotto al 2,6 % o circa il 2 % si possa parlare di finti malati. Sono percentuali di assenze per malattia inferiori alla media di una qualunque azienda, sia essa privata o pubblica. Riteniamo che è meglio evitare le esagerazioni , non c’è n’è bisogno. Meglio mantenere un giusto profilo: i miracoli non sono di questo mondo….».

«Noi - conclude Di Mezza - siamo pronti ad accettare la sfida che il Governo ha lanciato sull'aumento della produttività dei pubblici servizi, per rendere il Paese più moderno e competitivo, per una pubblica amministrazione in linea con le aspettative dei cittadini e delle imprese. Noi vogliamo lavorare per eliminare la mala gestione e la mala amministrazione, le disfunzioni interessate, l’affarismo della cosa pubblica, i ”cattivi” amministratori, che esternalizzano pezzi di welfare speculando sulle inefficienze della pubblica amministrazione. Noi vogliamo riportare al Centro del dibattito il buon lavoro pubblico, come strumento fondamentale di un nuovo modello sociale sostenibile nel territorio. Un nuovo modello che valorizzi i lavoratori pubblici come professionisti al servizio dei cittadini. Certo di un suo puntuale riscontro alla nostra nota le porgo cordiali saluti».

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