Miti, i lavoratori chiedono
un ritocco degli incentivi all'esodo

Le assemblee della Miti convocate a Zogno e Urgnano condividono il percorso intrapreso fin qui dai sindacati nella trattativa con la proprietà, ma chiedono all’azienda di fare «un passo in più», ritoccando le cifre relative all’incentivo all’esodo. Questo in sostanza il «verdetto» uscito dal confronto con i lavoratori, che a Zogno dovranno convivere con le preoccupazioni legate alla chiusura dello stabilimento fin da fine luglio, mitigate soltanto dalla cassa straordinaria che arriverà.

A Urgnano invece si continuerà con il finissaggio, nella speranza che la delocalizzazione in Ungheria, come la proprietà afferma da tempo, si fermi alla sola produzione. «Le assemblee - spiegano i sindacati - hanno condiviso l’impostazione che abbiamo dato alla trattativa, anche se chiedono che vengano riviste le cifre legate agli incentivi. A questo punto sono moderatamente ottimista: se l’azienda farà un ulteriore piccolo sforzo, credo che martedì potrà essere il giorno decisivo per trovare un accordo: credo che a questo punto rompere non convenga a nessuno».
 
Per la cassa straordinaria le organizzazioni sindacali si augurano di poter ottenere anche il secondo anno, ma dipenderà anche da quante persone saranno nel frattempo riassorbite.

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