Presidio Coldiretti: sul latte
trasparenza sulla provenienza

Sono stati circa un migliaio gli agricoltori lombardi aderenti alla Coldiretti che per tutta la mattina del 22 luglio, accompagnati dallo slogan «Io amo il latte italiano», hanno dato vita a un presidio davanti alla Lactis di Albano per protestare contro la mancanza di trasparenza che caratterizza il latte e i semilavorati importati dall’estero e poi spacciati come Made in Italy, una situazione che sta affossando la zootecnia da latte italiana.

Con bandiere, striscioni, volantini e slogan hanno ribadito a gran voce le loro richieste, riassunte in tre punti: introdurre l’etichettatura obbligatoria dell’origine per il latte a lunga conservazione e UHT; introdurre l’etichettatura obbligatoria dell’origine per il latte destinato alla trasformazione in formaggi e latticini; rendere i pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall’estero, oggi sottoposti a vincoli e disponibili presso il Ministero della Salute.

I messaggi lanciati dagli agricoltori sono stati molto chiari ed erano ben visibili sui cartelli che hanno animato la protesta: «Industria e Gdo - vi si legge -: alleati per affossare la zootecnica italiana», «Industrie, comprate il latte a prezzi mondiali e lo rivendete a prezzi italiani» oppure «Parmalat, non vogliamo fare la fine dei vostri azionisti».

Dopo gli interventi del presidente e del direttore della Coldiretti Lombardia Nino Andena ed Eugenio Torchio nonché di alcuni presidenti provinciali, è intervenuto telefonicamente il presidente della Coldiretti nazionale Sergio Marini, che ha esortato gli allevatori presenti ad essere determinati e a non cedere alle intimidazioni: «Noi non abbiamo nessuna intenzione di chiudere le nostre aziende senza prima avere lottato – ha detto Marini -; la nostra battaglia continuerà ad oltranza fino a quando non otterremo garanzie sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori e sull’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti». Hanno dato il loro sostegno all’operazione verità della Coldiretti anche l’assessore provinciale all’agricoltura Enrico Piccinelli e i consiglieri regionali Marcello Raimondi e Daniele Belotti.

Particolare attenzione ha destato la caseificazione del formaggio «senza latte», una dimostrazione di come con la polvere di latte sia facile e anche conveniente realizzare «formaggi» che poi vengono in molti casi spacciati come Made in Italy.

Infine il presidente della Coldiretti bergamasca Giancarlo Colombi ha sottolineato il fatto che dai controlli martedì 21 al Brennero al presidio della Coldiretti è emerso che nel nostro Paese arriva di tutto: mozzarelle tedesche dirette in Campania, pomodori olandesi richiesti da cooperative di Trento e Verona, ma anche prosciutti provenienti dalla Repubblica Ceca in viaggio verso Modena. «Questo fenomeno – ha detto Colombi - deve essere fermato al più presto perchè sta mandando in rovina la nostra agricoltura ed è un inganno per i consumatori. Dall'analisi dei dati economici si evince che tra prezzi alla produzione e quelli al consumo esistono ampi margini da recuperare alla speculazione, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica».

L’operazione verità lanciata dalla Coldiretti continua e giovedì una delegazione di agricoltori bergamaschi parteciperà al presidio che si terrà a Milanofiori (Assago) presso un centro della grande distribuzione organizzata.

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