La crisi non molla la presa
ma crescono i segnali di ripresa

Si dovrà probabilmente attendere ancora un trimestre per vedere rispuntare un segno positivo che interrompa la lunga e profonda caduta del ciclo della produzione industriale bergamasca

Si dovrà probabilmente attendere ancora un trimestre per vedere rispuntare un segno positivo che interrompa la lunga e profonda caduta del ciclo della produzione industriale bergamasca. Di certo c’è che, tra giugno e settembre, la curva discendente si è appiattita, con un calo (-0,7 per cento) sul secondo trimestre del 2009, in netta attenuazione rispetto ai 5 trimestri precedenti.

La produzione resta distante 11 punti dal livello raggiunto nello stesso periodo dell’anno scorso. L’indice provinciale è a quota 91,7, oltre otto punti sotto il livello medio dell’anno 2000 e più di quindici rispetto ai valori massimi toccati nel corso del 2007. Nell’artigianato manifatturiero le variazioni grezze sono ancora negative e a Bergamo più accentuate che nelle restanti province della Lombardia.

La situazione di crisi è ancora largamente diffusa ai diversi settori e alle tipologie d’impresa. Tre imprese industriali su quattro, una quota inalterata da tre trimestri, sono ancora distanti oltre 5 punti dai livelli produttivi dei dodici mesi precedenti e il calo produttivo non risparmia alcun comparto merceologico dell’industria provinciale.

E tuttavia i segnali di una lenta risalita dal fondo della crisi si intensificano e si allineano con coerenza: è in corso un progressivo aggiustamento del livello delle scorte, gli ordini, soprattutto dal mercato estero, sono in crescita, i prezzi dei prodotti finiti hanno smesso di scendere nell’industria e le aspettative delle imprese per l’ultimo trimestre dell’anno sono in netto miglioramento per quanto riguarda produzione e domanda.

Le incognite maggiori riguardano l’occupazione, non solo perché il mercato del lavoro reagisce con ritardo agli impulsi provenienti dalla produzione, ma anche perché l’intensità e la sostenibilità della ripresa sono soggette all’evoluzione ancora incerta di molte variabili: dal tasso di cambio dell’euro sul dollaro al grado di propagazione degli impulsi provenienti dalla domanda internazionale, dal riavviarsi di un ciclo degli investimenti ai tempi di riapertura dei canali del credito alle imprese.

Il numero degli addetti delle imprese industriali si contrae ancora, per il sesto trimestre consecutivo, nonostante il ricorso alla Cassa Integrazione si mantenga elevato e, a Bergamo, in aumento. Le aspettative delle imprese per l’occupazione restano negative e non sarà certo l’ultimo trimestre dell’anno, nel quale cessazioni o mancati rinnovi di contratto prevalgono tipicamente sulle assunzioni, ad invertire la tendenza a un ridimensionamento dei livelli occupazionali.

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