Crisi, 11 mila in cassa. I sindacati:
«Summit con i parlamentari»

La crisi in bergamasca non accenna a fermarsi e lo dimostrano i dati sulla cassa integrazione aggiornati a fine ottobre. Sono oltre 11.000 i lavoratori coinvolti e 138 aziende in grande prevalenza del settore manifatturiero. A questi si aggiungono oltre 8000 lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori in deroga.

Vi sono poi ulteriori difficoltà che riguardano molte imprese coinvolte dalla cassa ordinaria che rischiano di entrare in una fase di ristrutturazione con l’utilizzo di ulteriore cassa straordinaria (è il caso della Tenaris Dalmine).

A fronte di questi dati preoccupanti, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un incontro lunedì 2 novembre, alle 11, al Centro congressi Giovanni XXIII con i rappresentanti bergamaschi eletti in Regione e i parlamentari orobici. Ai rappresentanti politici verranno comunicati i dati relativi alla situazione occupazionale.

Ferdinando Piccinini, segretario generale Cisl Bergamo, chiede l'istituzione di un tavolo tecnico: «Occorre che tutti prendano atto della gravità di questa crisi che sta assumendo sempre di più una forte caratteristica strutturale - spiega in un comunicato - che ha già messo in discussione i punti di forza dell’economia bergamasca in modo particolare nel settore manifatturiero.

Per questo serve che tutti i soggetti dell’economia bergamasca si interroghino sul futuro e sulle prospettive, sulle scelte da assumere ora su come sviluppare nuove vocazioni produttive e sul sostegno dei lavoratori coinvolti attraverso un mix tra ammortizzatori sociali, riqualificazione e servizi per il lavoro.

Per tutte queste ragioni è ormai non più rimandabile un tavolo strategico per lo sviluppo che coinvolga tutti, istituzioni, attori sociali, economici e finanziari del territorio. Una forte preoccupazione anche per le ripercussioni sociali che assumerà questa crisi.

Occorre una grande coesione e impegno da parte della politica, delle istituzioni locali per mettere in campo tutti gli strumenti possibili per sostenere i lavoratori e le famiglie coinvolte dalla crisi. In questo senso le ultime elaborazioni sull’andamento dei flussi del mercato del lavoro locale mettono in evidenza la tendenza negativa con un saldo passivo tra assunzioni e cessazioni a giugno '09 di oltre 7000 lavoratori.

Ne sono coinvolti tutti i settori, emerge infatti anche un dato fortemente negativo sul versante del terziario e dei servizi. Da evidenziare inoltre che le cessazioni hanno coinvolto per il 24% lavoratori immigrati. Questo pone un problema in prospettiva di come ridefinire le politiche sul versante dell’integrazione sociale di famiglie di immigrati residenti ormai da anni nel nostro territorio».

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