Accordo fra industriali e sindacati rilancia il lavoro femminile

È stato trovato l’accordo fra l’Unione Industriali e i sindacati per il rilancio dell’occupazione femminile sul territorio attraverso il part time. Carlo Mazzoleni, vicepresidente dell’Unione Industriali di Bergamo, ritiene che «la nostra provincia paga un gap negativo nel confronto con la regione. Malgrado le percentuali sfiorino la piena occupazione, il tasso di attività delle donne si attesta al 49%, contro la media lombarda del 55,5%».

Questa situazione anomala ha fatto sì che si cercasse di individuare nuove opportunità per trovare un punto di incontro fra la domanda di manodopera delle aziende e la richiesta di lavoro dei potenziali dipendenti. Il confronto è andato avanti per un anno ed è stato supportato da circa venti imprese. L’accordo siglato va a modificare i meccanismi di flessibilità del lavoro part time, spesso preferito dalle donne, con l’intenzione di renderlo più invitante per le aziende che finora lo hanno considerato un contratto «di serie B». Marcello Gibellini, della Cgil, crede che agendo sul alcuni fattori specifici si possa aumentare quantitativamente la presenza delle donne nelle aziende. «Le difficoltà della manodopera femminile - afferma Gibellini - nascono dalla cronica carenza di servizi per la famiglia e dalla storica ritrosia delle imprese ad accedere al part time». L’intesa raggiunta ha come principali oggetti la fruizione dei permessi retribuiti, le modalità del lavoro straordinario e alcuni aspetti retributivi. L’accordo, che è il primo del genere in Italia, potrebbe coinvolgere un minimo di 1.200 aziende.

(22/07/2004)

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