affitti

Giro di vite nei criteri per accedere ai contributi stanziati dalla Regione e dallo Stato che danno una mano a pagare l’affitto ai cittadini in difficoltà. Dal 1° giugno ricomincia il periodo (fino a metà settembre) in cui è possibile chiedere l’aiuto economico del Fondo Sostegno Affitti attraverso specifici Sportelli Affitti che ogni Comune deve provvedere ad istituire. Quest’anno, però, fra i criteri ce n’è uno in cui si prevede che il richiedente, se cittadino non appartenente alla Comunità Europea, debba “essere in regola con le norme di soggiorno, avere un permesso di soggiorno almeno biennale ed essere residente da almeno 10 anni nel territorio nazionale o da almeno 5 anni nella regione Lombardia”. “Oramai sulla crisi economica si sa tutto” commenta Orazio Amboni, responsabile del Dipartimento Welfare della CGIL di Bergamo. “ Si sa che i più colpiti sono i lavoratori di alcuni segmenti deboli del mercato del lavoro: interinali (a Bergamo -41,6%), apprendisti (-32%), cooperative che lavorano in appalto o sub appalto... Questi lavoratori spesso non appaiono nemmeno come licenziati perché semplicemente non viene loro rinnovata la “somministrazione” o la collaborazione a progetto. In questi settori meno protetti sono concentrati i lavoratori stranieri che sono passati dal 22% dei disoccupati in lista ai Centri per l’Impiego (2007) all’attuale 32,4% (dato 29 aprile 2009, CPI Provincia di Bergamo). Un aiuto” continua Amboni, “potrebbe venire proprio dal Fondo Sostegno Affitti, gestito dalla Regione sulla base di norme nazionali. Ci si aspetterebbe, vista la drammaticità della crisi, più fondi a disposizione e più facilità di accesso per evitare un disastro sociale. Invece non è così, le risorse economiche sono rimaste ferme a 51 milioni di euro e i criteri di accesso sono stati resi più rigidi. Grazie al decreto legge 133/2008 sullo “sviluppo economico e la semplificazione” (quello che fissa le norme finanziarie per i prossimi tre anni, tagliando e riducendo, approvato con i famosi soli 7 minuti di discussione) per accedere al Fondo Affitti bisogna risiedere sul territorio nazionale da almeno 10 anni o su quello regionale da almeno 5. In questo modo davvero si semplifica: chi è qui da anni, se è residente vuol dire che lavora e probabilmente non ha bisogno di aiuto; chi è qui da meno e magari ha perso il lavoro, non può fare domanda. Così si possono in fretta far quadrare i conti. Se l’anno scorso, prima della crisi, le domande sono aumentate dell’8%, si può star certi che quest’anno diminuiranno. Non diminuiranno, però, né il disagio né l’emarginazione”. La conferma della grave situazione di molte famiglie viene anche dagli sportelli di aiuto del Fondo Famiglia-Lavoro promosso da Caritas e Comune di Bergamo con la partecipazione economica di banche e fondazioni: più dell’80% di chi chiede un aiuto è straniero e tra questi gran parte non riesce più a pagare l’affitto. Una situazione drammatica per chi non può contare su anni di risparmio o su aiuti di una rete famigliare. La mancanza di un lavoro non consente nemmeno di accedere a prestiti sull’onore o al microcredito, solo aiuti “alimentari” per il “minimo vitale”.

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