Ammortizzatori sociali, l’accordo
Cassa in deroga per altri tre mesi

È stato sottoscritto un accordo tra Regione Lombardia e parti sociali che proroga per tre mesi il precedente accordo regionale per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga. La firma è arrivata nel corso della commissione regionale per l’Istruzione, la formazione e il lavoro.

È stato sottoscritto un accordo tra Regione Lombardia e parti sociali che proroga per tre mesi il precedente accordo regionale per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga.

La firma è arrivata nel corso della commissione regionale per l’Istruzione, la formazione e il lavoro.

La proroga dell’accordo regionale si è resa necessaria per il prolungarsi, a livello nazionale, dell’iter per l’emanazione del decreto interministeriale, che modificherà i criteri per la Cassa integrazione e mobilità in deroga.

SUBITO RISORSE ALLA REGIONE - “Per quanto riguarda le risorse, visto che per il 2014 è garantito un miliardo di euro stanziato dalla legge Fornero, il Governo - ha commentato l’assessore Valentina Aprea, con delega al Lavoro - deve dare delle risposte rispetto a come intende garantire la copertura dell’ultimo trimestre 2013, prevedendo da subito ulteriori stanziamenti oppure consentendo l’anticipazione per il 2013 delle risorse stanziate sull’esercizio finanziario 2014, prevedendo in ogni caso che siano garantite da subito le risorse, per consentire a Regione Lombardia di procedere con le nuove autorizzazioni fin dal primo gennaio 2014”.

“Le due soluzioni - ha detto ancora - non sono indifferenti, anche per garantire la corretta continuità dell’azione amministrativa di Regione Lombardia”.

EVITATO VUOTO - Le parti sociali e Regione Lombardia hanno responsabilmente evitato un vuoto di alcuni mesi, che avrebbe generato seri rischi per le aziende e lavoratori, facendo venir meno l’utilizzo di questi strumenti che consentono di supportare le situazioni di crisi, evitando licenziamenti.

PERPLESSITÀ SU DECRETO - Peraltro, nella medesima sede, sia la Regione sia le Parti sociali hanno espresso perplessità e osservazioni sullo schema di decreto interministeriale, che, da un lato, prevede un restringimento dei criteri di accesso e, dall’altro, toglie al livello regionale la possibilità di ogni determinazione.

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