Assemblee lavoratori Markas
Condizioni difficili, agitazioni

«Non sono stati solo i minori guadagni seguiti alla disdetta dell’integrativo a tenere banco mercoledì 26 marzo durante le assemblee, partecipatissime, dei lavoratori della Markas Service srl». Lo dicono i sindacati. Le condizioni di lavoro sono sempre più difficili.

«Non sono stati solo i minori guadagni seguiti alla disdetta dell’integrativo a tenere banco mercoledì 26 marzo durante le assemblee, partecipatissime, dei lavoratori della Markas Service srl».

Lo dice un comunicato dei sindacati che continua così: «A preoccupare sempre di più i dipendenti sono le difficili condizioni di lavoro, la cattiva gestione dei turni e i ritmi sempre più serrati imposti dall’azienda. Così, come ampiamente previsto nei giorni scorsi, è stato proclamato a partire da mercoledì 26 marzo uno stato di agitazione col blocco delle ore supplementari, degli straordinari, dei “cambio turno” e della flessibilità (molto diffusa)».

«Inoltre, se l’azienda non riaprirà le trattative su posizioni più concilianti, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti-Uil, insieme alle Rsa, hanno annunciato poco fa che il 18 aprile si svolgerà uno sciopero con presidio, pur con la garanzia dei servizi minimi essenziali».

«La Markas, leader nel settore delle pulizie a livello nazionale e presente nella nostra provincia in appalti come quello dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e del Bolognini di Seriate, nell’agosto del 2013 aveva deciso unilateralmente la disdetta dell’accordo integrativo provinciale per tutti i suoi dipendenti presenti negli appalti orobici, cioè per circa 400 dipendenti».

«Si trattava - continua il comunicato dei sindacati di categoria - di cancellare i contenuti di un contratto in vigore dal 2003, rinnovato poi nel 2009. Dopo otto mesi di confronto infruttuoso, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti-Uil, insieme alle Rsa, hanno rotto le trattative, viste le posizioni inconciliabili dell’azienda.

Il premio di risultato dell’accordo disdettato, pari a 520 euro annui per i lavoratori full-time, a cui vanno aggiunti 100 euro per il parametro della qualità, era erogato in due tranche per ciascun semestre. A queste cifre andavano anche aggiunte maggiorazioni per il lavoro festivo e indennità per i lavoratori che si occupano di sanificazione nei reparti più impegnativi. Oggi, la proposta aziendale prevede, invece, un premio di 80 euro a semestre».

«“In questi otto mesi” - avevano spiegato la scorsa settimana Anna Bertoli per la Filcams, Stefano Allieri per la Fisascat e Giacomo Ricciardi per la Uiltrasporti - le organizzazioni sindacali hanno cercato in tutti i modi di trovare un accordo che potesse soddisfare entrambe le parti, coscienti che bisognasse trovare soluzioni equilibrate proprio dal momento che si tratta di un servizio delicato. A fronte dei tagli alla spesa annunciati lo scorso anno e quantificati in circa il 20% sul canone dei servizi pagati dall’ospedale, la proposta dei tagli avanzata da Markas ha un peso che rappresenta circa l’80% del premio disdettato”».

«Si tratta di una proposta definita inaccettabile dalle organizzazioni sindacali che sottolineano come la gara d’appalto aggiudicata da Markas tenesse conto anche del costo del contratto integrativo. Dopo il trasloco nel nuovo Ospedale di Bergamo, poi, alle lavoratrici e ai lavoratori addetti alle pulizie e alla sanificazione è stata chiesta molta più flessibilità rispetto al passato, pagata, però, di meno».

«“Tutto ciò non è accettabile” continuano i sindacati. “L’ultima proposta che abbiamo avanzato e che è stata respinta dall’azienda consiste in un accordo ponte (un premio di 120 euro a semestre sul full-time e il mantenimento delle maggiorazioni sul lavoro domenicale e nei reparti più impegnativi) in attesa che la situazione economica generale migliori e che si garantisca ai lavoratori un premio dignitoso. La differenza tra la proposta aziendale e quella sindacale è di 40 euro lorde per lavoratori full-time, ma vogliamo ricordare che la maggioranza dei dipendenti ha un contratto part-time di 15/20 ore settimanali”».

I sindacati hanno anche chiesto un incontro urgente anche alla direzione dell’ospedale Papa Giovanni XXIII in qualità di committente, per richiamarla al rispetto dell’accordo sottoscritto nel giugno del 2012, prima del trasloco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA