Bagutta, la camicia cala il tris
Arrivano i colli intercambiabili

Dopo la camicia che non si stira arriva quella con i tre colli intercambiabili. Bagutta, marchio guidato dal bergamasco Antonio Gavazzeni insieme al cugino Andrea, spinge sull’originalità e, accanto ai pezzi basici, per il Pitti Firenze in programma dal 7 al 10 gennaio propone un nuovo capo.

Dopo la camicia che non si stira arriva quella con i tre colli intercambiabili. Bagutta, marchio guidato dal bergamasco Antonio Gavazzeni insieme al cugino Andrea, spinge sull’originalità e, accanto ai pezzi basici, per il Pitti Firenze in programma dal 7 al 10 gennaio propone un nuovo capo: «Che si trasforma: con tre colli cambiabili diventa da classica a più moderna – spiega Antonio Gavazzeni -. Si parte la mattina con un modello adatto per la cravatta e si finisce la sera con un capo più casual e modaiolo». La proposta è fatta sulla camicia tuxedo in jeans con collo rondine a contrasto che è intercambiabile con colli vela normali; la pettorina interna è stata pensata a quadretti vichy bianca e rosa: «L’idea dei colli è anche su una camicia a righe – continua Gavazzeni -, in cotone con classica bacchetta bianca e blu per un uso più urbano: in questo caso il collo rondine è a contrasto, intercambiabile con colli vela normali».

Una proposta nata dalla collaborazione con lo stilista Angelo Figus che per Bagutta ha creato la collezione «tre colli» anche al femminile e ha disegnato la nuova linea, confermando la capsule «Perfect Line»: «Il progetto della camicia che non si stira è stato un successo dopo la presentazione a giugno allo scorso Pitti – commenta Gavazzeni, che è anche presidente di Ente Moda Italia -. L’idea di un nuovo finissaggio brevettato da un’azienda svizzera, grazie al quale il capo mantiene un look stirato tutto il giorno, ha dato nuove spinte al brand, che sta crescendo e si sta consolidando». Forte in Italia, dove realizza il 70% del fatturato, «ottimi risultati li abbiamo ottenuti in questo 2013 nei corner dei grandi department store, come Coin e Rinascente – continua Gavazzeni -. Inoltre, oltre ai due monomarca su Milano e ai sei shop in shop in Cina, stiamo lavorando a un nuovo monomarca, a Londra nel 2015». Questo con un obiettivo: «Lavorare sulla qualità e sui tessuti, i nostri principalmente di Albini e Thomas Mason, ma anche sulle stampe e le fantasie, che abbiamo in esclusiva da designer e stampatori italiani». Il 2014 sarà anche l’anno dell’e-commerce, «Un passo necessario che garantisca un implementazione dei servizi – continua Gavazzeni -. Oltre alla qualità, bisogna essere sempre più disponibili nei confronti dei clienti, dal su misura alle richieste di riassortimento». E questo Gavazzeni lo dice anche in riferimento alla Cit Spa, l’azienda di Arcore a cui appartiene il brand Bagutta: «Chiudiamo l’anno con 33 milioni di fatturato – continua -. Sicuramente la crisi si sente ma questo è anche un periodo di opportunità, con il bisogno di spingere sulle idee nuove». E Cit Spa, da sempre fornitore di camicie per brand di rilievo, per il 2014 si è aggiudicato tra i suoi clienti una tra le maison di moda italiane più importanti nel panorama del fashion: «Stiamo spingendo sull’internazionalizzazione di Bagutta e su un rafforzamento nelle commesse di Cit Spa. Con un progetto, ancora in fase embrionale, sul bambino». Registrato il brand «Baguttino», ora «stiamo cercando un’azienda con cui collaborare – conclude Gavazzeni-. Chissà che la Bergamasca non porti nuove partnership».

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