«Bergamo pretende nuove infrastrutture
Pagheremmo troppo caro altri ritardi»

«La rete infrastrutturale della provincia di Bergamo è ferma da decenni. Mentre ai confini del territorio orobico crescevano reti stradali, autostradali, ferroviarie e l’opportuna rete di servizi a supporto, a Bergamo è “solo” cresciuto l’aeroporto di Orio e ha faticosamente preso avvio l’attività di BreBeMi». Francesco Corna, segretario generale della CISL bergamasca, entra nella discussione sulle strategie del governo per la crescita.

«È lunghissima la lista delle opere pubbliche in fase di realizzazione bloccate da ritardi amministrativi, veti della politica, ricorsi alla magistratura, appalti pilotati, revisioni dei prezzi, campagne ideologiche. La politica continua a discutere di questioni astratte, nella pia illusione che lo sviluppo e l’occupazione dei giovani possa arrivare dalla regolazione del mercato del lavoro, mentre fatica a comprendere che sono gli investimenti in infrastrutture, innovazione, ricerca, formazione a fare da moltiplicatore per la creazione di posti di lavoro. Purtroppo, questa visione della crescita è mancata finora nell’azione del Governo».

Bergamo, è la convinzione del segretario generale CISL, ha bisogno di veder avviati e portati a conclusione progetti di cui si parla da decenni: dallo sviluppo a Sud della città, al collegamento ferroviario con l’aeroporto e con Milano e Brescia dall’implementazione e ripristino di alcune linee “su ferro” per raggiungere le valli. Oggi è assolutamente necessario investire con convinzione nell’ammodernamento della rete stradale provinciale, dalla Bergamo – Treviglio, alla Villa d’Almè- Dalmine, la variante di Zogno, la statale 42 per Lovere, la Pedemontana, lo scalo intermodale per le merci, la nuova stazione e la “dorsale Ponte- Montello”; la rete tramviaria e quella ciclopedonale.

«Occorre fissare quali prioritarie alcune scelte infrastrutturali essenziali - continua Corna - per evitare che la nostra provincia venga tagliata fuori dalle principali linee europee di collegamento e sviluppo. Non dovrebbe essere più una sorpresa che gli investimenti privati siano seguenti a investimenti pubblici su infrastrutture che garantiscano spostamenti veloci: il caso Amazon, che ha investito grazie alla Bre-Be-Mi, è lampante.

Il settore delle costruzioni, in crisi da tempo nel nostro territorio, troverebbe nuovo slancio da una ripartenza degli appalti pubblici e quello che progetti seri e calzanti per il territorio potrebbero far sviluppare garantirebbero nuovi posti di lavoro per una provincia che ancora fatica a uscire dal lungo tunnel della crisi».

Corna rilancia le proposte della CISL: «La mancanza di infrastrutture sta pregiudicando il futuro della nostra economia. Il Governo sblocchi le opere pubbliche e punti su innovazione e ricerca per lo sviluppo, perché le opere pubbliche servono al Paese per migliorare la vita dei cittadini e ridurre quel costo aggiuntivo che limita la nostra capacità competitiva. Di tante grandi opere strategiche programmate negli ultimi 15 anni, poche sono quelle arrivate al traguardo.

Se non si investe in infrastrutture non si crea lavoro e non si tutela l’ambiente. Sono in ballo migliaia di posti di lavoro e diversi miliardi di euro che avrebbero una ricaduta positiva sull’economia provinciale”, questo dovrebbe essere il momento di una nuova strategia condivisa per rilanciare gli investimento per lo sviluppo sostenibile».

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