Bolletta dell’energia elettrica:
un nuovo onere per le aziende

Da gennaio le piccole imprese e le famiglie si trovano nella bolletta dell’energia elettrica un nuovo onere da pagare: la cosiddetta componente «AE». E sono aumenti non indifferenti, come sottolinea il presidente di Confartigianato Bergamo, Angelo Carrara.

Da gennaio le piccole imprese e le famiglie si trovano nella bolletta dell’energia elettrica un nuovo onere da pagare: la cosiddetta componente «AE». Il decreto ministeriale del 5 aprile 2013 ha infatti previsto l’inserimento in bolletta della voce «A»” per ridurre gli oneri di sistema delle aziende energivore (cioè le voci A, UC e MCT della fattura relativa alla fornitura, imposti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) coprendo costi come la gestione dello smaltimento delle scorie nucleari, l’incentivazione delle energie da fonti rinnovabili, il finanziamento della ricerca, il regime agevolato per le Ferrovie dello Stato, ecc.

Tuttavia, dato che ridurre gli oneri per le imprese energivore comporta un mancato gettito alla Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico di circa 800 milioni di euro annui, il buco dovrà essere coperto da tutte le altre utenze (famiglie e piccole aziende dell’artigianato, del commercio, dei servizi) applicando loro in bolletta proprio quella nuova componente denominata «AE», che ovviamente va ad aggiungersi alle altre voci.

«Si tratta di una voce in più che grava sui costi complessivi di gestione - denuncia Angelo Carrara, presidente di Confartigianato Bergamo - un altro balzello, un’altra tassa indiretta. In questo modo si agevolano le grandi aziende, andando ad appesantire la spesa delle aziende non energivore; un criterio iniquo che contribuisce ad innalzare ulteriormente la pressione impositiva sulle piccole attività».

«Dato che per impresa energivora s’intende quell’azienda che in un anno consuma più di 2 milioni e 400 mila kWh di elettricità e il cui rapporto tra spesa elettrica e fatturato annuo supera il 2%- precisa Carrara- è chiaro che la stragrande maggioranza delle piccole attività non potrà beneficiare delle agevolazioni previste. Proviamo a fare qualche esempio: un’azienda che consuma annualmente 50.000 kWh, e che cioè spende tra i 9.000 e 10.000 euro all’anno Iva esclusa, dovrà pagare nel 2014 circa 234,5 euro in più. Proporzionalmente, l’azienda che consuma circa 100.000 kWh all’anno pagherà altri 469 euro per la nuova componente “AE”, mentre l’acconciatore che consuma circa 10.000 kWh all’anno verserà circa 46,9 euro in più, e così via».

«Se consideriamo che nella nostra provincia il consumo energetico medio delle 33mila imprese artigiane è circa 40.000 kWh annui - continua Carrara - il totale risulterebbe 1.320.000.000 kWh/anno e quindi, applicando la nuova componente AE, l’aumento complessivo dei costi andrebbe a superare i 6 milioni di euro». «Un disagio non indifferente - ribadisce il presidente di Confartigianato Bergamo - che aumenta ulteriormente gli oneri di sistema delle piccole imprese. Anziché favorire e promuovere interventi per il contenimento dei costi energetici, si fanno finanziare ai cittadini gli elevati consumi delle grandi imprese energivore».

«Anche per questo motivo - conclude Carrara - Confartigianato Bergamo è impegnata da tempo ad abbattere i costi che le nostre imprese associate sostengono per energia e gas, grazie all’adesione al CEnPI di Confartigianato (Confartigianato Energia per le Imprese s.c.r.l.), il consorzio che tratta con i fornitori sul libero mercato dell’energia e del gas per ottenere le migliori condizioni economiche e contrattuali. Inoltre presso il nostro Sportello Energia mettiamo a disposizione delle aziende servizi energetici avanzati e ore di consulenza finanziata per valutare le opportunità di risparmio energetico sull’intero processo produttivo, informando su bandi e agevolazioni per investimenti in macchinari ad alta efficienza, edilizia sostenibile e interventi di efficientamento energetico».

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