Buoni postali, doccia fredda
«Gli interessi ridotti legittimamente»

A un paio di settimane dalla comunicazione con cui Federconsumatori – che sta sostenendo le azioni di circa 300 risparmiatori – aveva aperto alla possibilità di un pagamento degli interessi promessi al momento della sottoscrizione dei Buoni fruttiferi trentennali di alcune serie emesse tra il 1981 e il 1986, arriva ora una puntualizzazione delle Poste.

L’ennesima doccia fredda per i risparmiatori bergamaschi, da tempo in causa per riscuotere gli interessi dei buoni fruttiferi delle Poste emessi a metà degli Anni Ottanta, arriva proprio da Poste Italiane.

Il problema nasce dal fatto che i buoni in questione garantivano un rendimento che poi un Decreto ministeriale ha ridotto a meno della metà, senza però comunicarlo ai risparmiatori. Da qui le azioni legali. «La variazione dei tassi d’interesse fino al 2000 veniva stabilita attraverso Decreti interministeriali, al fine di adeguarli all’andamento del mercato finanziario – spiega Poste Italiane –. Tale possibilità è stata utilizzata in due circostanze che hanno ridotto i tassi d’interesse: si tratta dei buoni ordinari delle serie O e P emesse prima del 1986 (con i Decreti ministeriali del 16 giugno 1984 e del 13 giugno 1986). Per effetto di tale normativa, gli importi da corrispondere per i buoni in questione non devono essere rilevati dalle tabelle sul retro dei buoni stessi, ma vanno calcolati in base ai tassi fissati dal Decreto, così come stabilito dal tribunale di Bergamo in primis e da sentenze delle Corti d’appello di Brescia e Milano».

Per quel che riguarda, invece, la sentenza della Cassazione, cui fa riferimento Federconsumatori, Poste Italiane specifica che «non riguarda la tematica fin qui esposta, ma si riferisce a una diversa tipologia di Buoni fruttiferi (a termine e non ordinari trentennali) per i quali al momento dell’emissione erano stati indicati tassi d’interesse maggiori, a seguito dell’errore di un operatore di sportello». Ai risparmiatori bergamaschi, dunque, non resta che aspettare gli esiti delle cause ancora in corso, a questo punto senza fare troppo affidamento sul pronunciamento della Cassazione del 28 febbraio scorso. Nel frattempo, le Poste invitano coloro che sono in possesso di buoni postali a rivolgersi agli uffici postali che effettueranno i conteggi e liquideranno ai sottoscrittori le somme dovute per legge.

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