Cartiera Cima, si ferma l’attività 150 operai in cassa integrazione

Domani in prefettura vertice sul caso dell’azienda presieduto dal prefetto Cono Federico con i sindacati, l’amministrazione comunale e la proprietà della Cartiera

È di nuovo emergenza a San Giovanni Bianco per la Cartiera Cima, dove sono stati messi in cassa integrazione i 150 dipendenti.

Torna quindi nero il cielo di una delle principali industrie della Valle Brembana dopo che negli ultimi mesi l’accordo con un partner industriale, che avrebbe dovuto subentrare nella proprietà, ha permesso di superare la crisi finanziaria e proseguire l’attività produttiva.

«Dopo un’utile inizio di trattativa tra il principale azionista, Paolo Cima, e l’azienda milanese - spiega il segretario generale della Slc-Cgil Claudio Cavagna - è nato un contenzioso sulla diversa valutazione del valore delle azioni che ha di fatto bloccato l’attività nell’ultimo mese».

Sono state così vanificate le buone premesse date dal contratto di «conto lavorazione», che aveva garantito alla società di superare la crisi finanziaria, nonostante non fosse stato raggiunto l’accordo con le banche.

«Di fronte ad una situazione che si è nuovamente aggravata per il nuovo braccio di ferro «finanziario», i sindacati, insieme all’Amministrazione comunale e allo stesso Paolo Cima, hanno sollecitato l’intervento del prefetto - continua Cavagna -. Ci auguriamo che in quella sede si riesca a raggiungere una soluzione».

«Speriamo si riesca ad arrivare ad un compromesso - dice Diego Chinati, operatore della Fistel Cisl - Solo grazie a un accordo tra azionisti con interessi contrapposti l’azienda riuscirà a salvarsi e, soprattutto, a salvare i 150 posti di lavoro».

(13/06/03)

Dall’Eco di Bergamo del 13/06/03

© RIPRODUZIONE RISERVATA