Chiude la Manuli di Boltiere Licenziati 24 addetti produttivi

Era nell’aria, ma l’annuncio ha avuto comunque un effetto dirompente: stamane, all’Unione Industriali la direzione della Manuli Rubber Industries Spa ha convocato le rappresentanze sindacali per annunciare la cessazione delle attività produttive a partire dal 1° gennaio 2005 e la contestuale intenzione di mettere in mobilità tutti e 24 gli addetti produttivi. Tutte le attività produttive verranno trasferite nello stabilimento polacco. In quella che era la storica Hydrofit (acquisita nel ’95 dal gruppo Manuli) sono complessivamente 33 i lavoratori operativi: per i 9 impiegati tecnici, al momento, l’azienda avrebbe garantito la permanenza a Boltiere. Le segreterie dei sindacati Fim-Cisl e Fiom-Cgil si sono dette ovviamente contrarie alla chiusura di questo stabilimento che storicamente rappresenta un’importante opportunità occupazionale per la zona, affermando che dovranno essere messi in campo tutti gli strumenti utili per gestire al meglio l’emergenza e la delicata fase che ne consegue. La notizia della volontà di chiusura delle attività produttive alla Manuli, ieri dall’Unione industriali è rimbalzata subito allo stabilimento di Boltiere, dove i lavoratori sono stati convocati immediatamente per un’assemblea straordinaria che ha decretato immediatamente lo stato di agitazione e lo svolgimento di un’ora di sciopero. Un po’ i dipendenti se l’aspettavano, visti i continui trasferimenti di impianti e macchinari verso la polacca Manuli Hydraulic Polska S.A. di Myslowice. Dal canto suo l’azienda giustifica l’operazione di trasferimento, oltre che per la differenza di costi, anche per la maggior facilità di reperimento di manodopera. Con la decisione ufficializzata oggi, della Manuli, resterà in Italia, ad Ascoli, l’attività di produzione di raccorderia in plastica.

L’annuncio della chiusura della della Manuli di Boltiere, segue di pochi giorni altri annunci che all’economia e al mondo del lavoro della nostra provincia non fanno bene, e cominciano anche a suscitare preoccupazioni. È di ieri l’annuncio dato dalla multinazionale Borregaard Industries, colosso norvegese della chimica, presenta a Madone da 10 anni esatti. Ebbene, la holding ha annunciato che, se non riuscirà a vendere la fabbrica, chiuderà i battenti, mettendo a rischio una settantina di dipendenti. Qualche tempo prima erano scesi in sciopero i lavoratori della Lafarge Coatingd di Medolago, fabbrica di vernici, avviata nel 1977, 43 dipendenti, a seguito dell’annuncio dato dalla proprietà circa l’intenzione di chiudere lo stabilimento nel primo semestre 2005. Due campanelli d’allarme, squillati negli ultimi tempi, che non lasciano affatto tranquilli, soprattutto in una provincia come la nostra dove la presenza di multinazionali è piuttosto massiccia. Stante la bassa competitività italiana, c’è poso spazio per rosee revisioni future.

(14/10/2004)

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