Co.co.co. addio. Arrivano i contratti a progetto

Nessuna proroga della riforma: addio ai co.co.co, arrivano i contratti a progetto. La conferma è arrivata due giorni fa dal ministro del Welfare, Roberto Maroni e così, come previsto dalla circolare dello scorso 8 gennaio, a partire da oggi la «collaborazione coordinata e continuativa» va in soffitta, sostituita in gran parte dai contratti a progetto previsti dalla Legge Biagi approvata nell’autunno del 2003. In Bergamasca i co.co.co sarebbero circa 25.000.Le collaborazioni coordinate e continuative, ha spiegato più volte il sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi, sono il «vero buco nero quando nascondono un’odiosa forma di precarizzazione». Alcune aziende, infatti, in questi anni hanno applicato questa forma di contratto anche a lavoratori con un ruolo pienamente assimilabile a quello dei dipendenti regolarmente assunti. Con le nuove regole, dice la circolare, «i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati senza l’individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso sono considerati rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto». I nuovi rapporti di collaborazione non occasionale, dunque, dovranno essere «riconducibili a uno o più progetti specifici o programmi di lavoro determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato».

La galassia dei co.co.co, secondo i calcoli diffusi dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, era formata al 31 dicembre da quasi tre milioni di lavoratori, concentrati soprattutto nell’area di Milano (oltre 300mila). Quasi la metà sono donne e molti (60% circa) lavorano in piccole aziende, con massimo 9 dipendenti. Di questo piccolo esercito di lavoratori facevano tuttavia parte anche i collaboratori della Pubblica amministrazione, settore che però è escluso dalla riforma.

(24/10/2004)

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