Crescono i consumi, ma cosa si compra?
Il Mondiale senza Italia fa crollare le tv

Aumentano il reddito pro capite bergamasco e i consumi. Bene settori come auto, elettrodomestici; male tv e informatica. Questo il quadro bergamasco del rapporto dell’Osservatorio Findomestic, presentato a Milano.

Nel 2017 il reddito pro-capite dei bergamaschi è arrivato a 17.475 euro, il 2,2% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta comunque di un aumento leggermente inferiore alla media lombarda (+2,3% a 22.877 euro) e italiana (+2,4% a 19.086 euro). La provincia più ricca a livello italiano è Milano, con un reddito medio di 30.679 euro. Inoltre, il Pil lombardo è quello che è cresciuto di più (+1,7%) assieme a quello dell’Emilia Romagna. Positivi anche i consumi, per il quarto anno consecutivo, anche se il segno più per la Bergamasca è piuttosto risicato: +0,6% dei consumi complessivi (a 1,22 miliardi di euro) e +0,5% la spesa media delle famiglie (2.635 euro). Quest’ultimo dato è il più basso tra le province lombarde, seguito solo da Sondrio (2.546).

Tiene la crescita del settore auto, anche se rallenta rispetto agli scorsi anni. La ripresa del mercato immobiliare e gli incentivi hanno spinto in territorio positivo il comparto dei piccoli e grandi elettrodomestici, mentre quello dei mobili è inchiodato, almeno in Bergamasca.

Ma le note più dolenti riguardano l’elettronica di consumo (i televisori) e l’informatica. Le vendite delle tv a Bergamo sono crollate del 6,4% (a 41 milioni), il dato peggiore in tutta la regione che complessivamente perde il 5,4%. A contribuire al calo anche il fatto che quest’anno non ci siano eventi sportivi importanti e soprattutto che i Mondiali di calcio in Russia saranno senza l’Italia dopo 59 anni: questo ha spinto tante famiglie a rinviare l’acquisto di una tv nuova. Anche l’information technology va male, con il mercato dei tablet che è ormai saturo. Ma, come ha spiegato Bardazzi, «scendono anche le vendite di pc portatili». Il settore in Bergamasca segna un -6,1% (a 36 milioni di euro), performance lombarda peggiore dopo Lecco (-6,9%).

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